IL BASSO MEDIOEVO: LA RINASCITA DELLE CAMPAGNE
A partire dall’XI secolo d.C. in tutta
l’Europa occidentale si verificò un generale miglioramento delle condizioni di
vita, che si manifestò con una ripresa dell’economia, con forti mutamenti della
società e con la crescita del numero degli abitanti del continente. Le
trasformazioni furono così importanti e profonde che gli storici indicano con
il termine Basso Medioevo quest’epoca, compresa tra l’Alto Medioevo e l’Età
Moderna (che si fa cominciare dal 1492, l’anno della scoperta dell’America).
L’inizio del Basso Medioevo viene fissato all’anno Mille, infatti si parla
anche di “ripresa dell’anno Mille”, ma poiché le trasformazioni che si
susseguirono furono numerose e complesse, tali da non poter avvenire nel giro
di pochi anni, bensì di decenni, l’anno Mille è solo una data scelta in modo
approssimativo perché comodo.
Le trasformazioni avvennero in tutte le
attività economiche allora praticate: l’agricoltura, l’artigianato e il
commercio, settore quest’ultimo che segnò l’aumento di importanza del denaro e
quindi lo sviluppo delle attività finanziarie.
La ripresa economica, dovuta anche
all’incremento demografico, fece a sua volta aumentare la popolazione, la quale
provocò lo sviluppo urbano in molte regioni europee; nelle città, infine,
cambiò il modo di vivere e la mentalità delle persone, con conseguenze sulla
politica e sulla cultura.
Come si vede, la cosiddetta “ripresa
dell’anno Mille” fu tutto un insieme di cause ed effetti: un fatto nasce da una
causa e provoca una conseguenza, cioè un nuovo fatto, il quale a sua volta ne
provoca un altro e così via. Non è facile dire quale sia il fatto che possiamo
collocare all’inizio di questa ripresa: gli storici ne hanno individuato almeno
tre:
1- la fine delle grandi pestilenze, che
avevano segnato l’Alto Medioevo
2- l’addolcimento del clima, che divenne
meno rigido in inverno e meno piovoso nelle stagioni intermedie
3- l’interruzione delle grandi invasioni
di popoli, interessati alla conquista di territori europei.
Pestilenze,
clima rigido e invasioni come quelle dei Vichinghi avevano flagellato l’ultimo
periodo dell’Alto Medioevo
LE TRASFORMAZIONI NELL’AGRICOLTURA
La ripresa nel settore dell’agricoltura si
deve in particolare a una serie di innovazioni tecnologiche tanto importanti
che si parla di seconda rivoluzione agricola (la prima era stata l’invenzione
stessa dell’agricoltura).
Venne usato un nuovo tipo di aratro,
chiamato aratro pesante, dotato di due lame (il coltro, che rompe il terreno, e
il versoio, che lo rivolta), che permetteva di rivoltare meglio il suolo e di
portare in superficie lo strato di terreno più profondo, non impoverito dalle
coltivazioni e perciò più fertile. L’aratro pesante (o aratro a versoio) venne
spesso dotato di ruote per dirigerlo meglio. Venne inoltre inventato l’erpice,
un attrezzo costituito da un telaio in legno, dotato di denti e lame in ferro,
che permettevano di sminuzzare il terreno.
Un
aratro pesante con ruote, trainato da due buoi
Un’altra invenzione importante fu il
collare rigido da tiro, o collare da spalla. Questo collare poggiava
sull’ossatura dell’animale e non sul collo, come avveniva prima, quando
rischiava di soffocare la bestia: in questo modo l’animale poteva trainare
carichi di gran lunga più pesanti e il collare rigido venne utilizzato per
aggiogare i cavalli, più resistenti e più veloci dei buoi. Ciò permetteva di
completare l’aratura e la semina dei campi più rapidamente, prima ad esempio
che il tempo meteorologico cambiasse e diventasse meno favorevole, un fatto che
da sempre preoccupa i contadini.
Un
cavallo con collare rigido traina un erpice
Per migliorare il rendimento dei cavalli,
rendendo più sicuro il passo, ed evitare che si consumassero gli zoccoli, fu
anche introdotto, forse già dal IX secolo, l’uso del ferro da cavallo.
Vennero anche introdotte nell’allevamento
razze animali di maggiore qualità e si migliorarono le caratteristiche tecniche
dei carri usati per il trasporto in campagna.
Importante fu poi la trasformazione dei
cicli di coltivazione: nell’alto Medioevo era praticato un ciclo, chiamato
rotazione biennale, che consisteva nella coltivazione di un terreno per un anno
soltanto, mentre l’anno successivo quello stesso terreno veniva lasciato a riposo
(a maggese), in modo che la terra non si impoverisse.
Nel Basso Medioevo, invece, si cominciò a
usare la rotazione triennale, con la quale il terreno veniva coltivato per due
anni e lasciato a riposo il terzo anno: il terreno coltivato veniva usato un
anno per i cereali invernali (quali il frumento e la segale), l’anno dopo per i
cereali primaverili (l’avena e l’orzo), o per i legumi, mentre il riposo del
terzo anno serviva per la concimazione, poiché sul terreno venivano fatti
pascolare gli animali. Il sistema poteva essere adottato anche dividendo un
terreno in tre parti, su cui ruotavano le varie coltivazioni e il maggese. Ciò
permetteva di avere prodotti diversi e anche di prevenire, in caso di calamità
naturali, i rischi a cui erano soggette le coltivazioni: un’alluvione in
primavera poteva distruggere il raccolto dei cereali seminati in autunno, ma
veniva compensata dalla produzione dei legumi piantati a inizio estate; una
siccità estiva poteva bruciare i cereali seminati in primavera, ma non
compromettere la semina autunnale.
La diffusione del mulino ad acqua, già
conosciuto nell’Età Antica, e poi del mulino a vento, di origine asiatica, fu
un altro cambiamento importante, perché non fu più necessario macinare cereali
con grandi macine mosse dagli uomini o dagli animali.
Un
mulino ad acqua e uno a vento
Queste innovazioni determinarono un forte
aumento della produzione agricola. Con più cibo a disposizione, le carestie
divennero meno frequenti e la popolazione aumentò. L’aumento demografico rese
però necessaria una produzione agricola ancora maggiore: vennero perciò messe a
coltura nuove terre. Grazie alla disponibilità di manodopera, molte foreste
vennero abbattute, alcune paludi furono bonificate (cioè prosciugate dall’acqua
stagnante e quindi rese coltivabili e abitabili), molti terreni vennero dissodati
(cioè preparati ad essere coltivati: si dice di terreni prima incolti, sui
quali sono necessari diversi lavori, per esempio togliere sassi e pietre,
estirpare le erbacce o le radici di alberi, costruire fossi e canali, e così
via).
Lavori
agricoli nel XII secolo
In seguito al disboscamento e al
dissodamento dei terreni, le foreste in Europa si ridussero. Per questo i
nobili limitarono la possibilità per i contadini di utilizzare le foreste
rimaste: la caccia non fu più un diritto di tutti, ma un privilegio dei nobili.
I contadini, non potendo più cacciare, né usare i boschi per pascolare, furono
costretti a nutrirsi soprattutto dei prodotti coltivati: cereali, legumi,
verdure, oltre alle castagne. La loro alimentazione divenne perciò meno variata
rispetto all’Alto Medioevo e sempre più povera di carne. L’unica carne che
veniva talvolta consumata era quella del maiale, il cui allevamento non
richiedeva particolari cure.
Scena
di caccia al cervo
Il consumo di carne fu sempre più
riservato ai nobili e ai ricchi: essi continuarono a nutrirsi sia di
selvaggina, che cacciavano nei boschi di loro proprietà, sia di animali
allevati. Accanto alla carne essi consumavano anche i prodotti coltivati sulle
loro terre e altri provenienti da regioni diverse.
La
tavola di un signore in un manoscritto del XV secolo
Perciò, mentre nell’Alto Medioevo la
differenza di alimentazione tra ricchi e poveri era soprattutto di quantità (i
poveri mangiavano gli stessi cibi, ma in quantità minore), nel Basso Medioevo
divenne di qualità (i poveri mangiavano cibi diversi dai ricchi). Grazie allo
sviluppo del commercio, i ricchi potevano anche far uso di spezie che
provenivano anche da molto lontano: zenzero, chiodo di garofano, cannella.
Queste spezie si diffusero assai in questo periodo, però, proprio perché
provenivano da molto lontano, erano molto costose e il loro consumo era un
segno di ricchezza.
Oltre a questi cambiamenti, l’aumento
demografico fu anche all’origine di grandi migrazioni, che portarono popoli in
espansione a occupare le terre abitate da altri popoli, sottomettendoli o
scacciandoli: le principali migrazioni furono le crociate in Palestina e
l’espansione tedesca nell’Europa centro-orientale.
Filippo
II di Francia arriva in Terra Santa durante la Terza crociata (1191) in una
miniatura del XIV secolo
Ciao
RispondiEliminaNon capisco