venerdì 19 settembre 2014

22 Il Basso Medioevo: la rinascita delle campagne

IL BASSO MEDIOEVO: LA RINASCITA DELLE CAMPAGNE

A partire dall’XI secolo d.C. in tutta l’Europa occidentale si verificò un generale miglioramento delle condizioni di vita, che si manifestò con una ripresa dell’economia, con forti mutamenti della società e con la crescita del numero degli abitanti del continente. Le trasformazioni furono così importanti e profonde che gli storici indicano con il termine Basso Medioevo quest’epoca, compresa tra l’Alto Medioevo e l’Età Moderna (che si fa cominciare dal 1492, l’anno della scoperta dell’America). L’inizio del Basso Medioevo viene fissato all’anno Mille, infatti si parla anche di “ripresa dell’anno Mille”, ma poiché le trasformazioni che si susseguirono furono numerose e complesse, tali da non poter avvenire nel giro di pochi anni, bensì di decenni, l’anno Mille è solo una data scelta in modo approssimativo perché comodo.



Le trasformazioni avvennero in tutte le attività economiche allora praticate: l’agricoltura, l’artigianato e il commercio, settore quest’ultimo che segnò l’aumento di importanza del denaro e quindi lo sviluppo delle attività finanziarie.
La ripresa economica, dovuta anche all’incremento demografico, fece a sua volta aumentare la popolazione, la quale provocò lo sviluppo urbano in molte regioni europee; nelle città, infine, cambiò il modo di vivere e la mentalità delle persone, con conseguenze sulla politica e sulla cultura.
Come si vede, la cosiddetta “ripresa dell’anno Mille” fu tutto un insieme di cause ed effetti: un fatto nasce da una causa e provoca una conseguenza, cioè un nuovo fatto, il quale a sua volta ne provoca un altro e così via. Non è facile dire quale sia il fatto che possiamo collocare all’inizio di questa ripresa: gli storici ne hanno individuato almeno tre:
1- la fine delle grandi pestilenze, che avevano segnato l’Alto Medioevo
2- l’addolcimento del clima, che divenne meno rigido in inverno e meno piovoso nelle stagioni intermedie
3- l’interruzione delle grandi invasioni di popoli, interessati alla conquista di territori europei.


Pestilenze, clima rigido e invasioni come quelle dei Vichinghi avevano flagellato l’ultimo periodo dell’Alto Medioevo

LE TRASFORMAZIONI NELL’AGRICOLTURA

La ripresa nel settore dell’agricoltura si deve in particolare a una serie di innovazioni tecnologiche tanto importanti che si parla di seconda rivoluzione agricola (la prima era stata l’invenzione stessa dell’agricoltura).
Venne usato un nuovo tipo di aratro, chiamato aratro pesante, dotato di due lame (il coltro, che rompe il terreno, e il versoio, che lo rivolta), che permetteva di rivoltare meglio il suolo e di portare in superficie lo strato di terreno più profondo, non impoverito dalle coltivazioni e perciò più fertile. L’aratro pesante (o aratro a versoio) venne spesso dotato di ruote per dirigerlo meglio. Venne inoltre inventato l’erpice, un attrezzo costituito da un telaio in legno, dotato di denti e lame in ferro, che permettevano di sminuzzare il terreno.


Un aratro pesante con ruote, trainato da due buoi

Un’altra invenzione importante fu il collare rigido da tiro, o collare da spalla. Questo collare poggiava sull’ossatura dell’animale e non sul collo, come avveniva prima, quando rischiava di soffocare la bestia: in questo modo l’animale poteva trainare carichi di gran lunga più pesanti e il collare rigido venne utilizzato per aggiogare i cavalli, più resistenti e più veloci dei buoi. Ciò permetteva di completare l’aratura e la semina dei campi più rapidamente, prima ad esempio che il tempo meteorologico cambiasse e diventasse meno favorevole, un fatto che da sempre preoccupa i contadini.


Un cavallo con collare rigido traina un erpice

Per migliorare il rendimento dei cavalli, rendendo più sicuro il passo, ed evitare che si consumassero gli zoccoli, fu anche introdotto, forse già dal IX secolo, l’uso del ferro da cavallo.
Vennero anche introdotte nell’allevamento razze animali di maggiore qualità e si migliorarono le caratteristiche tecniche dei carri usati per il trasporto in campagna.
Importante fu poi la trasformazione dei cicli di coltivazione: nell’alto Medioevo era praticato un ciclo, chiamato rotazione biennale, che consisteva nella coltivazione di un terreno per un anno soltanto, mentre l’anno successivo quello stesso terreno veniva lasciato a riposo (a maggese), in modo che la terra non si impoverisse.



Nel Basso Medioevo, invece, si cominciò a usare la rotazione triennale, con la quale il terreno veniva coltivato per due anni e lasciato a riposo il terzo anno: il terreno coltivato veniva usato un anno per i cereali invernali (quali il frumento e la segale), l’anno dopo per i cereali primaverili (l’avena e l’orzo), o per i legumi, mentre il riposo del terzo anno serviva per la concimazione, poiché sul terreno venivano fatti pascolare gli animali. Il sistema poteva essere adottato anche dividendo un terreno in tre parti, su cui ruotavano le varie coltivazioni e il maggese. Ciò permetteva di avere prodotti diversi e anche di prevenire, in caso di calamità naturali, i rischi a cui erano soggette le coltivazioni: un’alluvione in primavera poteva distruggere il raccolto dei cereali seminati in autunno, ma veniva compensata dalla produzione dei legumi piantati a inizio estate; una siccità estiva poteva bruciare i cereali seminati in primavera, ma non compromettere la semina autunnale.



La diffusione del mulino ad acqua, già conosciuto nell’Età Antica, e poi del mulino a vento, di origine asiatica, fu un altro cambiamento importante, perché non fu più necessario macinare cereali con grandi macine mosse dagli uomini o dagli animali.


Un mulino ad acqua e uno a vento

Queste innovazioni determinarono un forte aumento della produzione agricola. Con più cibo a disposizione, le carestie divennero meno frequenti e la popolazione aumentò. L’aumento demografico rese però necessaria una produzione agricola ancora maggiore: vennero perciò messe a coltura nuove terre. Grazie alla disponibilità di manodopera, molte foreste vennero abbattute, alcune paludi furono bonificate (cioè prosciugate dall’acqua stagnante e quindi rese coltivabili e abitabili), molti terreni vennero dissodati (cioè preparati ad essere coltivati: si dice di terreni prima incolti, sui quali sono necessari diversi lavori, per esempio togliere sassi e pietre, estirpare le erbacce o le radici di alberi, costruire fossi e canali, e così via).


Lavori agricoli nel XII secolo

In seguito al disboscamento e al dissodamento dei terreni, le foreste in Europa si ridussero. Per questo i nobili limitarono la possibilità per i contadini di utilizzare le foreste rimaste: la caccia non fu più un diritto di tutti, ma un privilegio dei nobili. I contadini, non potendo più cacciare, né usare i boschi per pascolare, furono costretti a nutrirsi soprattutto dei prodotti coltivati: cereali, legumi, verdure, oltre alle castagne. La loro alimentazione divenne perciò meno variata rispetto all’Alto Medioevo e sempre più povera di carne. L’unica carne che veniva talvolta consumata era quella del maiale, il cui allevamento non richiedeva particolari cure.


Scena di caccia al cervo

Il consumo di carne fu sempre più riservato ai nobili e ai ricchi: essi continuarono a nutrirsi sia di selvaggina, che cacciavano nei boschi di loro proprietà, sia di animali allevati. Accanto alla carne essi consumavano anche i prodotti coltivati sulle loro terre e altri provenienti da regioni diverse.


La tavola di un signore in un manoscritto del XV secolo

Perciò, mentre nell’Alto Medioevo la differenza di alimentazione tra ricchi e poveri era soprattutto di quantità (i poveri mangiavano gli stessi cibi, ma in quantità minore), nel Basso Medioevo divenne di qualità (i poveri mangiavano cibi diversi dai ricchi). Grazie allo sviluppo del commercio, i ricchi potevano anche far uso di spezie che provenivano anche da molto lontano: zenzero, chiodo di garofano, cannella. Queste spezie si diffusero assai in questo periodo, però, proprio perché provenivano da molto lontano, erano molto costose e il loro consumo era un segno di ricchezza.
Oltre a questi cambiamenti, l’aumento demografico fu anche all’origine di grandi migrazioni, che portarono popoli in espansione a occupare le terre abitate da altri popoli, sottomettendoli o scacciandoli: le principali migrazioni furono le crociate in Palestina e l’espansione tedesca nell’Europa centro-orientale.


Filippo II di Francia arriva in Terra Santa durante la Terza crociata (1191) in una miniatura del XIV secolo




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