CARLO MAGNO E I SUOI SUCCESSORI
Tra i diversi regni
romano-barbarici quello dei Franchi era il più potente; fin dal regno di
Clodoveo (re dal 482 al 511) i Franchi avevano esteso i loro territori a danno
dei Visigoti e di altri popoli germanici, quali gli Alemanni e i Burgundi.
Quando gli Arabi distrussero il
regno dei Visigoti nella penisola Iberica e avanzarono nel territorio
dell’attuale Francia, i Franchi li affrontarono più volte: Carlo, detto
Martello, maestro di palazzo (era un’importante figura politica dei Franchi),
guidò l’esercito del suo popolo contro gli Arabi, riportando una decisiva
vittoria a Poitiers (732 o 733).
La battaglia di Poitiers in un dipinto degli anni Trenta del sec. XIX
di Charles de Steuben
Un figlio di Carlo Martello, Pipino,
riuscì a farsi incoronare re dei Franchi, fondando una nuova dinastia, che da
Carlo Martello prese il nome di “carolingia”, che vuol dire “dei discendenti di
Carlo”.
Nel 768 divenne re dei Franchi
uno dei figli di Pipino, Carlo (chiamato poi Magno, cioè il Grande). Egli
conquistò molte terre: in Italia sconfisse i Longobardi, che minacciavano
l’occupazione dei territori del papa, divenendo re del Regno longobardo, cui
cambiò il nome in Regno d’Italia. Nell’Europa centrale sconfisse alcune
popolazioni, come i Sassoni, i Bavari e gli Avari: questi ultimi, sterminati,
scomparvero come popolo.
Carlo Magno in un realistico ritratto di Albrecht Dürer del 1512
Con le sue conquiste Carlo Magno
aveva creato un impero che, per la prima volta dopo la fine dell’Impero Romano
d’Occidente, riuniva in un unico regno un vasto territorio dell’Europa
occidentale. Questo Stato venne chiamato Sacro Romano Impero, Sacro in quanto
cristiano, Romano poiché voleva essere l’erede dell’antico Impero Romano
d’Occidente.
I papi appoggiarono i re franchi,
che li avevano liberati dalla minaccia dei Longobardi: la nomina di imperatore
del Sacro Romano Impero fu fatta a Carlo Magno dal papa Leone III, con una
solenne cerimonia a Roma la notte di Natale dell’anno 800. Da parte sua Carlo
Magno riconobbe l’autorità del papa su parte dell’Italia, anche se in realtà il
pontefice controllava solo alcuni territori nella parte centro-settentrionale
della penisola.
L’incoronazione di Carlo Magno in San Pietro
(miniatura dalle Grandes
Chroniques de France di Jean Fouquet)
Il potere di Carlo Magno sul suo
vasto impero non poteva che essere limitato, poiché all’epoca le capacità
amministrative di un sovrano franco non erano elevate come quelle degli
imperatori romani, passati o presenti. A limitare il potere di Carlo Magno
erano soprattutto i nobili franchi, che costituivano il suo esercito; per
garantirsi la loro fedeltà, l’imperatore assegnava ad essi delle terre, che
rimanevano di loro proprietà fino alla morte. Queste terre erano distinte in
contee (assegnate ai conti, cioè ai compagni – comites in latino – più fedeli)
e marche (i territori di confine, assegnati ai marchesi). Conti e marchesi,
comunque, non potevano sfuggire completamente al controllo dell’imperatore:
infatti vi erano funzionari imperiali (detti missi dominici) che giravano per
le contee, verificando che gli ordini dell’imperatore venissero eseguiti e ogni
anno tutta la nobiltà del regno si riuniva in una grande assemblea (placito),
sotto la direzione dell’imperatore.
Il regno di Carlo Magno (che durò
dal 768 all’814) costituì per l’Europa occidentale un periodo di ripresa (cioè
di miglioramento) economica e culturale, per cui si parla di “rinascita
carolingia”.
Il monogramma di Carlo Magno che compare in tutti i più importanti
documenti a lui relativi;
pur non sapendo scrivere, l’imperatore era in grado
di fare la sua firma
La pace all’interno dell’Impero e
alcune misure prese da Carlo Magno per sviluppare l’agricoltura permisero un
aumento della produzione agricola e quindi un miglioramento delle condizioni di
vita, poiché nell’Europa occidentale l’agricoltura era la base dell’economia.
Vennero inoltre coniate monete
d’argento, chiamate denari (794), per favorire una ripresa del commercio,
mentre la coniazione di monete d’oro scomparve completamente dall’Europa
occidentale.
Carlo Magno incoraggiò la
diffusione dell’istruzione tra i funzionari dell’Impero e intorno al sovrano si
riunirono diversi studiosi. In questo periodo venne usato un nuovo tipo di
scrittura, chiamato “minuscola carolina”, che si impose in Europa e alla quale
si ispirarono poi i primi stampatori del Rinascimento.
Un esempio di scrittura minuscola carolina del Medioevo
Presso i Franchi esisteva una
norma che prevedeva che l’eredità di un padre andasse divisa fra tutti i suoi
figli maschi; infatti non esisteva ancora la norma del maggiorascato,
introdotta più tardi, secondo la quale tutta l’eredità andava al figlio
maggiore. Carlo Magno morì avendo un unico erede, Ludovico il Pio, il quale
invece ebbe quattro figli. Così, alla morte di Ludovico, l’Impero venne diviso
tra i tre figli rimasti in vita, i quali si accordarono nell’843 a Verdun in
questo modo:
- a Lotario, il primogenito,
andava una zona tra Francia e Germania, che si chiamò Lotaringia, e il Regno
d’Italia: questi territori conservarono la denominazione di Sacro Romano
Impero;
- a Ludovico, detto il Germanico,
andò un territorio che prese il nome di Regno di Germania;
- a Carlo il Calvo una parte che
divenne il Regno di Francia.
Nelle immagini di epoche diverse, da sinistra: Ludovico il Pio,
Lotario, Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo
Questa divisione e le guerre che
opposero i tre fratelli e poi i loro successori crearono un vuoto di potere,
cioè una situazione di mancanza di un potere forte, in grado di tenere sotto
controllo il territorio e di difenderlo.
Si rafforzò quindi il potere dei
nobili: conti e marchesi sfuggirono spesso completamente al controllo dei re e
ottennero un potere sempre maggiore sui territori che erano stati loro assegnati.
Oltre ai regni che si formarono
in seguito alla divisione dell’Impero, altri regni nacquero in questo periodo
in Europa: a nord i regni di Svezia, Norvegia e Danimarca, abitati da
popolazioni vichinghe (vedi una prossima lezione); nelle isole britanniche il
regno d’Inghilterra e il regno di Scozia; ai confini con i domini arabi nella
penisola Iberica alcuni piccoli regni cristiani; nell’Europa orientale il regno
di Bulgaria e quello di Polonia.
L’Europa alla fine del X secolo
I sovrani dei popoli pagani
dell’Europa settentrionale e orientale spesso si convertirono al Cristianesimo,
ottenendo il riconoscimento del loro titolo da parte del papa: così fecero
Harold di Danimarca nel 960, Mieszko I di Polonia nel 966, Olof di Svezia nel
1008 e Géza di Ungheria, il cui successore, Stefano I, ottenne il titolo di re
nell’anno 1000. La conversione dei re favorì la diffusione del Cristianesimo
anche in queste regioni, fino ad allora ai margini dell’Europa cristiana.
Nel X secolo il duca Ottone di
Sassonia divenne re di Germania e conquistò gran parte dell’Italia. Egli
ottenne il titolo di imperatore del Sacro Romano Impero delle nazioni
germaniche (962), perché l’Impero da lui ricostituito non comprendeva più il
regno dei Franchi, ma soltanto l’area dalla Germania all’Italia. Esso viene
comunemente chiamato Impero Germanico.
Per alcuni secoli da questo
momento il regno d’Italia rimase unito al regno di Germania, sotto gli
imperatori della casa di Sassonia prima (dal 962 al 1024), di Franconia poi
(1024-1125).
Ottone I confermò le donazioni
fatte al papa da Carlo Magno e dai suoi predecessori, ma il dominio papale in
Italia centrale rimase sotto il controllo dell’imperatore, che interveniva
anche nell’elezione del pontefice, in base a una legge del 962 chiamata Privilegium Othonis (= privilegio di
Ottone).
Ottone I in una miniatura medievale
Nessun commento:
Posta un commento