LA SECONDA RIVOLUZIONE
INDUSTRIALE
La
seconda rivoluzione industriale fu l’insieme delle profonde trasformazioni
nella produzione industriale che avvennero tra la seconda metà dell’Ottocento e
l’inizio del Novecento, quando l’economia industriale si diffuse
dall’Inghilterra, in cui era nata, ad altri Stati.
La
seconda rivoluzione industriale fu caratterizzata da tre fattori:
1-
la produzione di acciaio
2-
lo sviluppo dell’industria chimica
3-
l’uso dell’elettricità.
L’acciaio
(una lega di ferro e carbonio), che può essere lavorato meglio del ferro ed è
più elastico, divenne meno costoso grazie ai nuovi metodi di produzione e venne
utilizzato nella costruzione di edifici (ad esempio i grattacieli), ponti (come
quello di Brooklyn a New York), navi (in particolare le corazzate da guerra),
binari ferroviari (che sopportavano meglio le variazioni di temperatura),
macchine industriali. Si dice comunemente che la torre Eiffel (inaugurata per l’esposizione
universale del 1889) sia stata progettata proprio per dimostrare le possibilità
offerte da questa lega nel campo dell’edilizia: in realtà non è così, poiché la
torre è costruita in ferro puddellato, che è comunque una lega ottenuta dalla
ghisa, ma non è esattamente acciaio.
Due immagini moderne del Ponte di
Brooklyn
L’industria
chimica si sviluppò grazie a una serie di scoperte, che permisero di ottenere
prodotti molto diversi: fertilizzanti, in grado di aumentare la produzione
agricola; coloranti artificiali, meno costosi e spesso più resistenti di quelli
naturali; vernici con cui fu possibile colorare qualunque materiale; farmaci,
in grado di curare diverse malattie; esplosivi, tra cui la dinamite (scoperta
da Alfred Nobel, nel 1866), che ridussero la fatica umana nei lavori di scavo,
ma vennero anche usati per la fabbricazione di bombe.
A sinistra una statua ad Alfred Nobel a
Stoccolma; a destra la celebre effige di 4 presidenti statunitensi sul Monte
Rushmore (nel Dakota del Sud – U.S.A.) che venne realizzata per il 90% con l’impiego
della dinamite
L’energia
elettrica, grazie alle invenzioni che ne resero possibile l’uso, venne
ampiamente utilizzata nelle industrie, nell’illuminazione (lampadina di Edison,
1879) e nei trasporti (tram a elettricità, 1884). Essa rese possibili grandi
trasformazioni nel settore delle comunicazioni, che divennero possibili a
distanze fino ad allora inimmaginabili con l’ausilio di cavi elettrici: venne
inventato prima il telegrafo (Samuel Morse, 1837), che trasmetteva impulsi
elettrici di durata variabile; poi il telefono (Antonio Meucci, 1876), che
trasmetteva direttamente la voce umana. Sebbene l’impiego di cavi elettrici ne
rendesse complicato l’uso, per la prima volta con questi nuovi strumenti era
possibile comunicare con persone situate a grande distanza, senza che qualcuno
si dovesse spostare. Grazie agli studi sulle onde elettromagnetiche fu poi
possibile realizzare il telegrafo senza fili, che non necessitava di cavi.
A sinistra un telegrafo di Morse, a
destra ricostruzione del telefono di Meucci
Un’altra
innovazione importante fu la fotografia, che si sviluppò a partire dal 1835
circa e permise di fissare immagini statiche ma reali in bianco e nero. Dagli
sviluppi della fotografia nacque il cinema (fratelli Lumière, 1895), che
fissava le immagini in movimento.
4 fotogrammi da uno dei primi film dei
fratelli Lumière, il celebre “L’arrivée d’un train en gare de La Ciotat” (L’arrivo
di un treno nella stazione di La Ciotat)
Anche
nei trasporti avvennero cambiamenti rivoluzionari: la bicicletta (Starley, 1884)
ebbe subito un enorme successo, grazie ai costi contenuti. L’automobile, nata
alla fine del secolo grazie a diverse invenzioni (il motore a scoppio, il
carburatore, il radiatore, eccetera), inizialmente ebbe invece uno sviluppo più
limitato, perché era molto più costosa, e solo dopo la Prima guerra mondiale
(1914-1918) divenne negli Stati industrializzati un mezzo di trasporto
largamente utilizzato.
Da sinistra, un biciclo del 1869, la
bicicletta di Starley del 1884, un manifesto della Fiat d’inizio ‘900
Il
dirigibile (un veicolo più leggero dell’aria, come la mongolfiera, ma di cui è
possibile dirigere il movimento) fu inventato in Francia nel 1850; nel 1900
nacque il dirigibile ad armatura rigida, ad opera del tedesco Ferdinand von
Zeppelin; nel 1903, infine, venne inventato l’aeroplano (fratelli Wright).
Cartolina di inizio Novecento, che
illustra il passaggio dalla mongolfiera, al dirigibile, all’aereo
Numerose
altre invenzioni avvennero in questo periodo: la macchina da cucire rese
possibile il lavoro a domicilio (in casa) di molte donne, per conto delle
industrie tessili; la macchina da scrivere rivoluzionò il lavoro in ufficio.
Grandi
sviluppi si ebbero in numerose scienze: nacque la genetica, che studia la
trasmissione delle caratteristiche ereditarie (studi di Gregor Mendel); la
psicologia fu rinnovata dall’opera del medico viennese Sigmund Freud; la fisica
fu completamente rivoluzionata da scienziati come James Maxwell (studi sull’elettromagnetismo),
Albert Einstein (ideatore della teoria della relatività generale) e Max Planck
(iniziatore della fisica quantistica); lo studio della natura subì una svolta
grazie all’opera di Charles Darwin, che formulò la teoria dell’evoluzione.
Dall’alto a sinistra in senso orario:
Mendel, Freud, Maxwell, Darwin, Planck e Einstein
Anche
la medicina conobbe un grande sviluppo: furono scoperti i raggi X, che
permettevano di individuare fratture ossee e problemi interni nel corpo umano,
non visibili a occhio nudo (1895); il vaccino contro la rabbia (Pasteur, 1885)
sconfisse una malattia molto pericolosa; la sterilizzazione degli strumenti
eliminò la forte mortalità negli ospedali, dovuta al contagio tra pazienti
diversi; l’uso dell’etere nell’anestesia chirurgica rese le operazioni meno
dolorose; l’invenzione dell’incubatrice (la culla riscaldata per i bambini nati
prematuri) contribuì alla diminuzione della mortalità infantile; nel 1875 si
cominciò a usare l’aspirina contro la febbre; nello stesso anno la scoperta del
Ddt (un potente insetticida) consentì progressi decisivi nella lotta contro le
zanzare portatrici della malaria.
“La clinica Agnew”, di Thomas Eakins; in
questo dipinto del 1889 un gruppo di medici effettua un’operazione su una
paziente alla quale sono stati somministrati i vapori dell’etere, sotto lo
sguardo attento degli studenti di medicina
Progressi
importanti ci furono nell’industria alimentare, che si servi di nuove tecniche,
quali la pastorizzazione (dal nome di Louis Pasteur, lo stesso medico che aveva
scoperto il vaccino contro la rabbia) per la conservazione dei prodotti
alimentari, il congelamento dei cibi (dapprima le carni bovine, poi le
verdure), l’inscatolamento dei prodotti alimentari, che permise la vendita
degli stessi a grandi distanze. Questi progressi contribuirono a ridurre
notevolmente gli effetti a cui andava incontro una popolazione colpita da
carestia.
Fabbrica francese per l’inscatolamento
di alimenti (1870)
I
grandi progressi scientifici e le invenzioni spinsero molte persone a pensare
che la scienza avrebbe permesso di risolvere tutti i problemi esistenti. Alcuni
ritenevano che, applicando il metodo scientifico alle forme di governo, sarebbe
stato possibile migliorare le condizioni di vita di tutti gli uomini, portando
al superamento di rivolte e lotte sociali. I sostenitori di queste idee, che
posero le basi di una nuova filosofia detta Positivismo (dall’opera di Auguste Comte,
Corso di filosofia positiva,
1830-1842), contribuirono a diffondere la speranza che l’umanità fosse
destinata a un continuo progresso. Dal Positivismo alcuni scrittori ricavarono
un nuovo modo di comporre opere letterarie, creando diversi movimenti culturali
(in Francia il Naturalismo, in Italia il Verismo).
Da sinistra: il filosofo Auguste Comte,
lo scrittore francese Émile Zola, l’italiano Giovanni Verga
Invenzioni
e innovazioni favorirono un grande sviluppo dell’industria, del commercio e
delle attività finanziarie: rivoluzionario fu, verso la fine del secolo, il
ricorso massiccio al petrolio, il combustibile destinato a sostituire il
carbone come fonte di energia.
Macchine per la trivellazione del
petrolio in Pennsylvania (U.S.A.) nel 1864:
l’estrazione di questo combustibile
divenne un’operazione condotta su larga scala intorno al 1880, negli Stati
Uniti e in Russia
La crescita economica che coinvolse l’Europa
(non tutta) e gli Stati Uniti d’America non fu però continua, bensì soggetta a
fluttuazioni, cioè a un alternarsi irregolare di periodi di sviluppo e di
periodi di crisi. Le industrie, infatti, tendevano a produrre il più possibile,
per realizzare maggiori guadagni, ma in certi periodi la produzione era
eccessiva e rimaneva invenduta. Quando ciò si verificava, le industrie
licenziavano gli operai, ma l’aumento della disoccupazione e quindi della
povertà costringeva la gente a ridurre le spese e tutti gli acquisti non
necessari: i consumi allora calavano ancora di più e altre industrie entravano
in crisi. Successivamente, a distanza di mesi o di anni, si aveva una ripresa
economica, che veniva rafforzata dalla riduzione della disoccupazione e dalla
ripresa dei consumi.
Vignetta satirica anticapitalista, con
gente comune che offre sacchetti di tasse e salari a ricchi industriali, detti “Robber
Barons” (= baroni-rapinatori)
Nei
periodi di crisi spesso gli stati imponevano forti tariffe doganali (tasse
sulle merci importate dall’estero), per proteggere le proprie industrie dalla
concorrenza delle industrie straniere (questo fenomeno è detto protezionismo).
Quando un Paese aumentava le tariffe, di solito anche gli altri stati facevano
altrettanto: in questo modo il protezionismo ostacolava il commercio
internazionale, ma danneggiava anche tutte quelle industrie che lavoravano per
l’estero. Nei periodi di crescita economica le tariffe doganali venivano di
solito abbassate e si aveva quindi una situazione di libero scambio, cioè di
libera circolazione delle merci da un Paese all’altro.
Le
crisi periodiche provocavano il fallimento di molte industrie, le quali erano
costrette a chiudere la propria attività per l’accumularsi dei debiti;
rimanevano nei diversi settori solo le industrie più forti, in grado di
affrontare un periodo di difficoltà. Questa situazione determinò una forte
concentrazione economica, per cui le imprese che fornivano un certo bene o un
certo servizio erano controllate da un numero ristretto di imprenditori;
nacquero allora grandi gruppi che controllavano interi settori. In alcuni casi
si arrivò a situazioni di monopolio, ossia un unico produttore controllava
interamente la produzione di un bene o la distribuzione di un servizio e poteva
perciò imporre i prezzi che voleva. Poiché questa situazione danneggiava
l’intera economia, molti governi (come quello statunitense nel 1890)
approvarono leggi contro i monopoli, i cartelli e i trust: i cartelli sono gli
accorsi tra aziende diverse per imporre un prezzo comune a una data merce, i
trust sono associazioni tra aziende diverse che mirano a ottenere il monopolio
in un certo settore.
Il
sistema economico fu rivoluzionato anche dalla forte diffusione della
carta-moneta, cioè delle banconote, che sostituirono le monete metalliche; esse
vennero emesse prima da banche private, poi dallo Stato.
Vignetta satirica del 1883 in cui una
massa di lavoratori di vari mestieri sostiene la zattera su cui stanno
comodamente seduti i grandi industriali e banchieri
Buongiorno Renato. Mi chiamo Camelia Boban e vivo a Roma.
RispondiEliminaCon un gruppo di wikipediane stiamo organizzando un editathon internazionale su donne nel mondo del sindacato. Ho da poco pubblicato su Wikipedia la pagina di Roosjie Vos, fondatrice del primo sindacato delle sarte nei Paesi Bassi: https://it.wikipedia.org/wiki/Roosje_Vos.
Sarebbe molto meglio inserire qualche altra immagine che illustra il lavoro della sarte a fine ottocento. Per questo ti vengo a chiedere se puoi inserire sulla tua pagina: http://imparareconlastoria.blogspot.it/2016_02_01_archive.html un indicazione che rilasci il contenuto con licenza CC BY NC: https://creativecommons.org/licenses/by-nc/3.0/. Basta copiare il logo da qui: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:By-nc.svg.
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In questo modo io posso utilizzare le immagini.
Grazie, Camelia Boban, camelia.boban@gmail.com