LA PREISTORIA
Il
lunghissimo periodo in cui si formò l'Universo, comparve la Terra ed
essa fu popolata di specie diverse è durato miliardi di anni: un
tempo quasi inimmaginabile per la mente umana.
La
linea verde rappresenta la durata del tempo dal Big Bang (ipotizzato
16 miliardi di anni fa)
ad oggi: la comparsa dei primi ominidi
avviene nel punto in cui la linea diventa rossa,
cioè sull'estrema destra
Ma
anche i milioni di anni passati dalla comparsa degli ominidi e dei
primi uomini fino ad oggi è un tempo lunghissimo.
L'ultimo
mezzo miliardo di anni dell'universo: il tratto rosso è sempre
minimo
Gli
storici dicono che la Storia è cominciata quando l'uomo ha inventato
e diffuso la scrittura, o almeno quando ha cominciato ad avere una
propria cultura materiale, cioè quando ha iniziato a fabbricare
oggetti di uso quotidiano, o a vivere in luoghi che non fossero
semplici ripari naturali, o a seppellire i morti, o ancora a
organizzarsi in gruppi sociali.
Non
c'è una data per indicare questo momento, dato che è avvenuto in
tempi e modi diversi nelle varie parti della Terra. Però per
convenzione si dice che la Storia è incominciata circa 5.000/5.500
anni fa, ossia all'incirca verso il 3.500 a.C.
Tutto
ciò che è avvenuto prima del periodo che chiamiamo storia, viene
indicato come preistoria.
La
durata della preistoria confrontata con la durata della storia: da 2 milioni di anni fa ad oggi
Considerando
le cose solo in base alla presenza dell'uomo sulla Terra, possiamo
dire che la preistoria ha inizio oltre 2 milioni di anni fa ed è
durata perciò più di 2 milioni di anni. È
un tempo lunghissimo, che si può descrivere solo in maniera generica
e sintetica, sulla base di pochi reperti e di numerose ipotesi.
Comunque
gli storici sono soliti dividere la preistoria in tre grandi momenti:
1-
il Paleolitico (da circa 2 milioni di anni fa a 12.000 anni fa)
2-
il Mesolitico (da 12.000 a 10.000 anni fa)
3-
il Neolitico (da 10.000 anni fa a 5.000 anni fa).
La
linea del tempo ti presenta la durata della preistoria nei suoi 3
momenti
IL
PALEOLITICO
L'età
paleolitica (che significa «della
pietra antica») è quel lungo periodo della preistoria in cui l'uomo
imparò a fabbricare strumenti di pietra, rompendo una pietra contro
l'altra fino a ricavarne delle schegge.
Il
disegno immagina un antenato dell'uomo intento a scheggiare una
pietra
Due
esempi di pietre scheggiate
Tali
strumenti in pietra permisero progressivamente all'uomo di non
dipendere più, per la propria alimentazione, dalla sola raccolta di
vegetali, funghi o uova, ma di praticare anche la caccia, ossia di
avere a disposizione come nutrimento anche carne animale, il
che arricchì l'alimentazione di proteine e ciò favorì lo sviluppo
del cervello. La caccia, inoltre, fornì all'uomo tutta una serie di
prodotti:
- pelli con cui
costruire tende e vestiti e pellicce con cui tenersi caldi
- zanne, corna e ossa
per fabbricare armi, strumenti di uso quotidiano e ornamenti
- tendini e crini di
cavallo o di altro animale per cucire.
Ricostruzione
di una scena di caccia nella savana africana
La
caccia, inoltre, provocò una prima divisione dei compiti in base al
sesso: gli uomini infatti andavano a caccia, le donne praticavano la
raccolta dei vegetali.
Nell'ultima
parte del Paleolitico la scoperta del fuoco (o meglio, la capacità
di controllare il fuoco, ossia di accenderlo e di conservarlo)
permise un notevole salto di qualità nella vita umana: il fuoco
permise di illuminare le grotte e la notte, di riscaldarsi, di tenere
lontani gli animali feroci e soprattutto di cuocere alcuni cibi.
Ricostruzione
di un gruppo preistorico che usa già il fuoco
Gli
uomini del Paleolitico vivevano in piccoli gruppi ed erano nomadi. Le
loro abitazioni potevano essere grotte, o semplici ripari contro il
vento, o capanne costruite in modo elementare, visto che il nomadismo
costringeva gli uomini a continui spostamenti.
Ricostruzione
di un insediamento di circa 15.000 anni fa (quindi verso la fine del
Paleolitico)
in
Russia. Le capanne sono costruite con ossa, zanne e pelli di mammut
Lentamente
gli uomini del Paleolitico progredirono verso un modo di vivere in
cui c'era posto anche per una certa spiritualità e per forme, pur
primitive, di arte. Circa 100.000 anni fa cominciarono a seppellire i
morti e a seguire pratiche, che fanno pensare che credessero alla
continuazione della vita dopo la morte.
Una
sepoltura di circa 15.000 anni fa ricostruita al Museo Nazionale di
Preistoria
di
Les Eyzies (Francia)
Nell'ultima
parte del Paleolitico cominciarono a scolpire statuette, a praticare
incisioni sulle rocce, sull'avorio e sull'osso, a dipingere sulle
pareti delle caverne e, probabilmente, a praticare le prime forme
musicali, percuotendo oggetti vari (sassi, tronchi, rami) o soffiando
dentro strumenti cavi.
La
cosiddetta “Venere di Brassempouy”, ritrovata a Landes, in
Francia,
e
risalente al Paleolitico superiore (23.000 a. C.);
è
conservata al Musée des Antiquitées Nationales di
Saint-Germain-en-Laye
La
cosiddetta “Venere di Willendorf” è una statuina alta 11
centimetri; risale al 23.000 a. C.
ed
è conservata al Naturhistorisches Museum di Vienna
Pittura
rupestre nella grotta di Lascaux (Dordogna, Francia) risalente al
15.000-14.500 a. C.;
la
presenza di una figura umana è estremamente rara nella pittura
parietale paleolitica
Bisonte
dalla grotta di Altamira (Spagna); le pitture di questo sito sono
databili in un arco di tempo che va dal 21.000 al 13.000 a. C.
IL
MESOLITICO
Il
Mesolitico (l'età «della
pietra di mezzo»)
vede comparire nuove forme di lavorazione della pietra, diverse da
quelle del Paleolitico e anche da quelle del successivo Neolitico.
Inoltre
in quest'epoca si registra un aumento delle temperature sulla Terra:
i ghiacciai che ricoprivano molte regioni del Nord Europa,
dell'America e dell'Asia si sciolgono e il livello del mare
s'innalza, mentre vaste regioni nell'Africa settentrionale e
nell'Asia occidentale, precedentemente aride, si coprono di
vegetazione, che attira molti animali. L'abbondanza di vegetali
commestibili e di animali da cacciare fa sì che gruppi di
cacciatori-raccoglitori-pescatori abbandonino il nomadismo e si
stabiliscano per lunghi periodi in queste zone. Fu proprio questo
fatto che determinò il passaggio al Neolitico.
Ricostruzione
di una scena di vita del Mesolitico
IL
NEOLITICO
Il
Neolitico (ossia l'età «della
pietra nuova») vede gruppi di uomini fermarsi a lungo in un luogo
ricco di vegetali e di animali; proprio la permanenza stabile permise
a questi uomini di scoprire che alcuni vegetali (grano, orzo,
piselli, lenticchie, fave) potevano essere coltivati. Ciò avvenne
attorno all'8.000 a. C.
Disegno
ricostruttivo di un villaggio neolitico; pur se un po' troppo
idilliaca,
l'immagine
riproduce molte delle novità introdotte da questo periodo nella vita
umana
Nello
stesso periodo cominciarono anche ad allevare alcuni animali, da cui
ricavare cibo: pecore, capre, maiali.
Con
l'agricoltura e l'allevamento – praticate in particolare nel Vicino
Oriente e sempre più diffuse – la caccia e la raccolta, pur non
scomparendo, diventano secondarie per l'alimentazione umana; solo la
pesca continuò ad essere molto praticata.
Disegno
ipotetico di pesca nel Neolitico
Nel
corso del tempo le tecniche agricole e di allevamento vennero
perfezionate:
-
si imparò a coltivare nuove piante (il riso e il miglio in Asia, il
granoturco, i fagioli, le patate e i pomodori in America);
-
si inventarono strumenti quali la zappa e poi l'aratro, che
permettevano di rivoltare il terreno;
-
si imparò a costruire canali per irrigare i campi e per drenarli
(cioè per liberare il terreno dalla troppa acqua);
-
si riuscì ad addomesticare nuove specie animali, come i bovini e
gli asini.
Un
altro disegno ricostruttivo della vita nel Neolitico: vi si vedono
diversi animali addomesticati
Tutto
questo permise agli uomini di aumentare la produzione e di avere una
maggiore sicurezza alimentare.
Inoltre
questi progressi determinarono anche la necessità di perfezionare
gli strumenti di lavoro; si arrivò così alla nascita vera e propria
dell'artigianato, ossia di un'attività che prevedeva la
realizzazione fatta a mano di strumenti utili alla vita quotidiana.
Innanzitutto
nella produzione di strumenti in pietra si passò dalla pietra
scheggiata (tipica del paleolitico) alla pietra levigata, che veniva
strofinata su una pietra molto dura e diventava così più resistente
ed efficace.
Utensili
in pietra del Neolitico ritrovati in Svizzera
Poi
si imparò a fabbricare recipienti (per conservare i cibi e per
cuocerli) in ceramica, ossia un impasto di argilla e acqua: si
ottennero vasi, piatti, bicchieri, pentole.
Si
imparò anche a tessere e quindi a fabbricare stoffe, utilizzando
fili di origine vegetale (lino, canapa, cotone) o animale (lana).
Donna
al telaio; questa ricostruzione di vita neolitica si trova presso il
sito archeologico
di
Tumba Madzari (in Macedonia)
Lo
sviluppo dell'artigianato favorì la nascita dello scambio di beni,
allora una specie di commercio che avveniva solo in forma di baratto
(senza l'uso di moneta).
Tutte
queste trasformazioni avvenute nel modo di vivere spinsero gli uomini
ad abbandonare quasi del tutto il nomadismo e a vivere stabilmente in
villaggi: il lavoro dei campi non permetteva, infatti, di
abbandonarli e di spostarsi in altri luoghi, a meno che il terreno
non si impoverisse o una catastrofe naturale non obbligasse a un
trasferimento.
Ricostruzione
di villaggi neolitici; di tipo europeo in alto, di tipo
medio-orientale in basso
Nel
Vicino (o Medio) Oriente il Neolitico durò fino al 3.500 a. C.,
quando si imparò a fabbricare strumenti in bronzo e la vita sociale
subì delle profonde modifiche.
Se vuoi ascoltare/vedere questa lezione, clicca sui video seguenti:
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VIDEO 1:
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Grazie ! Bellissimo lavoro
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