giovedì 31 luglio 2014

9 La penisola italiana prima di Roma

LA PENISOLA ITALIANA PRIMA DI ROMA

La penisola italiana, a differenza della Grecia, non era abitata da un’unica popolazione, ma da tanti popoli diversi per origine, lingua, credenze ed usanze.
Le più antiche popolazioni che si stabilirono in Italia (sappiamo che erano presenti verso il 2.000 a.C.) furono i Liguri a nord, i Bruzi nel sud, i Sicani in Sicilia, i Sardi in Sardegna.
Poi, verso il 1.000 a.C., ma a ondate successive, la penisola venne invasa da popoli indoeuropei a cui diamo comunemente il nome di Italici (tra i primi ci fu quello dei Latini). Essi in parte si fusero con le popolazioni preesistenti, in parte ne presero il posto, respingendoli su ristretti territori.
Altre popolazioni arrivarono in tempi diversi in Italia: gli Etruschi, i Veneti, i Celti. Se consideriamo che verso il 1.100 a.C. i Fenici e dall’VIII secolo a.C. anche i Greci sono presenti con le loro colonie nel territorio della penisola, ne risulta una situazione piuttosto complicata, anche perché di alcuni di questi popoli sappiamo poco. Possiamo sintetizzare il popolamento dell’Italia con la cartina sottostante, che mostra le diverse popolazioni nella prima metà del I millennio a.C., prima delle migrazioni dei Celti, che ancora vivono al di là delle Alpi.



Tra le principali culture dell’Italia antica vi furono quella nuragica in Sardegna (così detta dal nome dei nuraghi, torri difensive fortificate, attorno a cui sorgevano i villaggi) e quella villanoviana nell’Italia centro-settentrionale (il suo nome deriva dalla località di Villanova, vicino a Bologna, dove sono state trovate alcune tombe.

Nuraghe di Su Nuraxi, vicino a Barumini (Provincia del Medio Campidano)




Urna cineraria a capanna della cultura villanoviana, esposta al Museo Civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (Grosseto)



Ma la prima civiltà urbana in Italia fu quella degli Etruschi.


GLI ETRUSCHI

Le prime testimonianze degli Etruschi risalgono alla metà dell’VIII secolo a.C., ma probabilmente essi si erano stanziati in Italia almeno due secoli prima, provenienti forse dall’Asia Minore.
Si stanziarono in quella che viene chiamata Etruria, una vasta zona che comprendeva la Toscana, il Lazio settentrionale, parte dell’Umbria e dell’Emilia: una zona ricca, che permetteva l’agricoltura (viti e olivi soprattutto), lo sfruttamento delle foreste (per l’edilizia e le navi), l’allevamento (specialmente suino, ma anche di cavalli da corsa), la pesca (sia nel Mar Tirreno, sia nei laghi interni) e le attività estrattive, in particolare nell’Isola d’Elba, che forniva ferro in grande quantità.

Ricostruzione di un pozzo minerario etrusco, che poteva raggiungere la profondità di 100 metri

Fu grazie a queste grandi ricchezze che gli Etruschi svilupparono una produzione artigianale di altissima qualità, in concorrenza con quella greca; a sua volta l’abbondanza di manufatti spinse gli Etruschi all’attività commerciale, che li portò fino in Spagna e, secondo alcuni studiosi, persino in Inghilterra. Sta di fatto che tra VIII e VI secolo a.C. gli Etruschi dominavano il Mar Tirreno e i territori del centro Italia e la loro potenza li spinse anche fino alla Campania, dove però si scontrarono con i Greci.

Disegno raffigurante una nave mercantile etrusca e un gruppo di mercanti

Fondarono numerose città (tra cui Perugia, Volterra, Arezzo, Veio, Bologna, Mantova), ma, come i Greci, non si unirono mai in un unico stato.
La concorrenza sul Tirreno tra Etruschi e Greci li portò a scontrarsi apertamente: nel 474 a.C. i Greci di Siracusa sconfissero gli Etruschi in una battaglia navale davanti a Cuma; per gli Etruschi iniziò il declino, ma non furono i Greci a mettere fine alla loro civiltà; fu una nuova potenza, che stava conquistando tutta l’Italia: Roma.

Modellino di una nave etrusca;
fu con navi come questa che gli Etruschi affrontarono i Siracusani nel mare davanti Cuma

La civiltà etrusca crea ancora oggi alcuni problemi agli storici, anche perché la loro lingua non è stata completamente decifrata; persino sulla loro origine ci sono parecchi dubbi, poiché le parole dello storico greco Erodoto (secondo il quale essi sarebbero giunti in Italia dal Vicino Oriente) non sono del tutto credibili.
Oggi si è propensi a credere che la civiltà etrusca si sia sviluppata in Italia, ma con tutta una serie di elementi rielaborati da altri popoli, con cui gli Etruschi entrarono in contatto a causa dei loro commerci.
Così la religione etrusca era molto simile a quella greca, ma aveva anche delle caratteristiche legate ai fenomeni astronomici, che fanno pensare all’influenza della cultura mesopotamica.

Affresco raffigurante il presunto Agguato di Achille a Troilo (dalla Tomba dei tori a Tarquinia):
è una testimonianza della presenza della mitologia greca nella cultura etrusca

Il culto dei morti era fortissimo presso gli Etruschi e ciò li mette in contatto con gli Egizi: i morti venivano deposti in sarcofagi lavorati, collocati in tombe che erano delle vere e proprie stanze sotterranee, corredate da tutti gli oggetti della vita quotidiana e costruite in zone particolari dette necropoli (letteralmente, città dei morti).

La Tomba dei rilievi a Cerveteri (vicino a Roma) presenta, scolpiti a rilievo sulle pareti,
gli utensili che si potevano trovare in una casa etrusca



Scena di caccia e pesca, dalla Tomba della caccia e della pesca di Tarquinia: gli affreschi alle pareti delle tombe etrusche sono una testimonianza diretta della vita quotidiana degli Etruschi

Dai Greci gli Etruschi presero l’amore per la musica, ma lo svilupparono al massimo: la musica presso gli Etruschi non veniva eseguita soltanto durante i banchetti, le feste religiose o le operazioni militari, ma persino nel corso degli incontri di pugilato, o quando si frustavano i servi, o mentre si cucinava, o si andava a caccia (poiché si credeva che la musica attirasse gli animali nelle reti e nelle trappole).

Musici dalla Tomba dei leopardi di Tarquinia

Se, dunque, la civiltà etrusca è debitrice delle culture di altri popoli, va anche detto che essa sviluppò alcune caratteristiche del tutto autonome: per esempio negli edifici etruschi è presente un elemento architettonico – l’arco a volta – che era sconosciuto altrove.

Porta con arco a volta di Volterra

Oppure il ruolo della donna era assai diverso rispetto a quanto avveniva in Grecia: non solo le donne partecipavano ai banchetti assieme ai mariti (con grande scandalo per i Greci), non solo il loro nome compariva nelle iscrizioni funebri accanto a quello del coniuge o la loro immagine veniva scolpita nei coperchi che chiudevano i sarcofagi abbracciata a quella dello sposo, ma addirittura le donne (naturalmente solo quelle delle classi superiori) rivestivano a volte un certo ruolo politico.

Un uomo e una donna durante un banchetto (dalla Tomba della caccia e della pesca di Tarquinia)

Coperchio del cosiddetto Sarcofago degli sposi

Infine va ricordato che alcuni elementi della civiltà etrusca passarono in quella romana, per esempio l’uso dell’arco in architettura, il teatro e le corse dei carri negli spettacoli, l’arte della divinazione (ossia la pratica di prevedere il futuro leggendo e interpretando presagi di vario tipo – per esempio gli Etruschi esaminavano le viscere degli animali sacrificati) nella ritualità religiosa.

Tomba degli auguri di Tarquinia; 
i due personaggi raffigurati nella parete frontale sono stati interpretati come due àuguri, 
cioè sacerdoti che interpretavano i voleri divini, osservando il volo degli uccelli


Nessun commento:

Posta un commento