CIVILTÀ DELL’ASIA ORIENTALE E DELL’AMERICA
Il diffondersi delle invenzioni
provenienti dal Vicino Oriente fece sorgere alcune antiche civiltà in Asia
orientale, in particolare in India e in Cina.
Ma, in maniera del tutto
autonoma, altre civiltà sorsero anche in America.
Vediamo brevemente quali sono le
principali di queste civiltà e alcune loro caratteristiche.
L’INDIA
La prima civiltà urbana che si
sviluppò in India fu quella che fiorì nel III-II millennio a.C. lungo la valle
del fiume Indo.
Il Fiume Indo in Pakistan
Piattaforme circolari ad Harappa (Pakistan) risalenti a un periodo
compreso tra il 2600 e il 1900
a.C.: sono state interpretate dall’archeologo Sir
Mortimer Wheeler come basi per macinare i cereali
Sigillo a stampo con iscrizione e raffigurazione di un rinoceronte
(2600-1900 a.C.),
da Mohenjo-Daro (Pakistan), conservata al Museo Nazionale di Karachi
Questa civiltà poi scomparve e
verso il 1.600 a.C.
nella regione si stabilirono gli Arii, un popolo di pastori proveniente
dall’arido altopiano iranico, che conquistò la regione e sottomise le
popolazioni originarie dell’India, dedite già da secoli all’agricoltura. Dalla
mescolanza tra gli Arii e le popolazioni conquistate, nacque la civiltà
indiana. Va ricordato che, quando parliamo di civiltà indiana, non dobbiamo
pensare solo all’India come la conosciamo oggi, ma a tutto il subcontinente
indiano, cioè anche agli attuali Pakistan, Bangla Desh, Afghanistan, Nepal e
Sri Lanka.
Gli Arii fondarono alcuni Stati,
in particolare nella valle del fiume Gange, i quali però non si fusero in un
unico stato, per cui il territorio (che è molto esteso) rimase a lungo diviso
in tanti regni. Solo tra il IV e il III secolo a.C. la dinastia dei re Maurya
riuscì ad unire gran parte dell’India in un unico Stato, però esso già nel II
secolo a.C. si divise e l’India ritornò ad essere un insieme di regni.
Resti della sala a pilastri di Pataliputra (India), che fu il cuore
dell’impero Maurya;
fu probabilmente il palazzo degli imperatori Maurya e le 84
colonne di pietra polita che lo formavano erano fondate su piattaforme lignee e
reggevano una copertura anch’essa in legno
La civiltà indiana ebbe, tra le
tante, due caratteristiche importanti, che hanno segnato per secoli la vita
sociale nella regione.
Innanzitutto qui si sono
sviluppate due religioni, che ancora oggi sono molto diffuse nel mondo:
l’Induismo e il Buddismo. Entrambe queste due religioni credono nella
reincarnazione.
In secondo luogo nella società
indiana si sviluppò una rigida divisione in caste, che è sopravvissuta fino al
XX secolo e che – anche se non legalmente – è ancor oggi presente, almeno in
alcuni stati dell’India. Questa divisione in caste parte dal presupposto che,
in base alla propria nascita, ogni individuo entrava a far parte di una casta,
cioè di un gruppo che occupava una certa posizione nella società e che aveva
degli obblighi ben precisi. Ognuno aveva tutti gli obblighi della propria
casta, non poteva cambiarla e di solito doveva sposarsi al suo interno.
L’origine di questo modo di intendere
la società va ricercata nella religione degli Arii (ossia l’Induismo), i quali
credevano in un dio, Brahma, assistito da una moltitudine di dei minori. Brahma
stesso imponeva la divisione in caste della società: al vertice stavano i
brahmani (o bramini), cioè i purissimi discendenti degli Arii che avevano
conquistato l’India, in basso i sudra, cioè i contadini discendenti dalle
popolazioni autoctone conquistate dagli Arii. In seguito i brahmani divennero i
sacerdoti dell’Induismo e tra loro e i sudra si inserirono due nuove caste:
quella dei governanti e dei guerrieri e quella di mercanti, medici e uomini di
legge.
Oltre alle quattro caste, c’era
un quinto gruppo, i «senza casta» o paria (cioè gli intoccabili), formato da
una massa di persone ritenute subumane, trattate di conseguenza.
Paria dell’epoca moderna
La civiltà indiana ci ha lasciato
numerose opere d’arte: in letteratura i Veda,
un insieme di più di mille inni religiosi, scritti in sanscrito (la lingua di
origine indoeuropea degli Arii) tra il 1.500 e il 1.000 a.C.; nella scultura
e nell’architettura uno sterminato patrimonio di edifici sacri e sculture,
tutti legati alla religione (sia quella induista sia quella buddista),
particolarmente importante per i popoli che vissero in India.
Manoscritto con alcuni versi dei Veda
Ingresso nord della Grande Stupa (III-I secolo a.C.) di Sanci (India,
stato di Madhya Pradesh).
Uno stupa è un monumento che conserva
reliquie del Buddha
Placca di terracotta (II-I secolo a.C.) raffigurante una divinità
femminile, dall’area di Chandraketugarh (India, stato del Bengala Occidentale)
LA CINA
La civiltà cinese si sviluppò
nella valle dello Huang He (Fiume Giallo) durante il II millennio a.C., sotto la
dinastia Shang.
Il Fiume Giallo
Intorno al 1.100 a.C. i re Shang
furono sostituiti dai guerrieri del popolo Zhou (o Chou), che organizzarono il
territorio con un sistema che si può paragonare al feudalesimo, che sarà tipico
dell’Europa nell’Alto Medioevo: il re divideva le terre tra i suoi guerrieri, i
quali erano completamente autonomi nei loro possedimenti, avevano un esercito
proprio e dominavano i contadini, legati alla terra per tutta la vita. Verso il
sovrano i guerrieri avevano alcuni obblighi: la fedeltà, un tributo annuale, la
fornitura di armi e uomini in caso di necessità.
Recipiente in bronzo del tipo hu,
con iscrizione che lo data al periodo di regno del re Xiao dei Zhou Occidentali
(IX secolo a.C.), conservato al Museo Provinciale dello Shaanxi di Xi’an
Nel III secolo a.C. (la data
storicamente riconosciuta è il 221
a.C.) nei vasti territori della Cina si formò un grande
impero, il cui primo imperatore fu Qin (si dice “Cin”) Shi Huangdi: da lui
deriva il nome della Cina.
L’imperatore Qin Shi Huangdi in un ritratto ideale fatto verso il 1900
circa
Poiché i territori della Cina
erano costantemente minacciati dai popoli che vivevano nelle steppe dell’Asia
centrale, già con l’imperatore Qin si provvide a costruire molte
fortificazioni, riunite poi da murature fino a diventare la Grande Muraglia, la
più estesa opera mai realizzata dall’uomo.
Un tratto della Grande Muraglia cinese
Statua di ufficiale della dinastia Qin (III secolo a.C.) custodita al
Museo delle statue in terracotta del mausoleo del Primo Imperatore a Lintong,
Xi’an
La civiltà cinese si caratterizza
per una lunga serie di invenzioni, che poi vennero diffuse nell’Asia
occidentale e in Europa, ma spesso dopo molti secoli:
-
l’altoforno, in grado di produrre la ghisa
-
la carriola
-
la carta
-
i caratteri mobili per la stampa
-
il timone di poppa
-
la polvere da sparo
-
la bussola
-
le chiuse per i canali
Un’altra caratteristica della
civiltà cinese è l’invenzione di una scrittura, formata da 2.000 segni
ideografici, usati inizialmente per scrivere oracoli e scongiuri, su materiali
per noi insoliti, come gusci di tartaruga e ossa di animali.
Piastra pettorale di tartaruga con iscrizioni oracolari della dinastia
Shang (XIII-XI secolo a.C.), conservata al Museo della Storia Cinese di Pechino
Per ciò che concerne la sfera religiosa,
la Cina conobbe la diffusione del pensiero di Confucio (da cui deriva il
confucianesimo) e di Lao Tze (da cui deriva il taoismo); sia il confucianesimo
sia il taoismo consistono in una serie di insegnamenti più di carattere morale
e filosofico che religioso; si può dire che nell’impero cinese l’unica forma di
religione vera e propria consisteva nel culto dei morti.
Acquarello del XVIII secolo raffigurante Lao Tse sul suo bufalo seguito
da un discepolo
(Parigi, Bibliothèque Nationale)
ALTRE CIVILTÀ DELL’ASIA ORIENTALE
Il grande sviluppo della civiltà
indiana e di quella cinese favorì la nascita di altre civiltà urbane e la
formazione di Stati in tutta l’Asia orientale: gli spostamenti di popolazioni
(non impediti dalla presenza di aree montuose anche elevate, ma non
impraticabili) e i contatti commerciali (favoriti da mari navigabili)
contribuirono infatti al formarsi di civiltà in Giappone, in Corea, in Tibet,
in Indocina e nelle isole della Sonda (Indonesia).
Le religioni che si diffusero in queste
regioni furono il Buddismo e l’Induismo, ossia le religioni nate con la civiltà
indiana.
Le scritture erano tutte di
origine indiana (In Indocina e nelle isole della Sonda) o cinese (in Corea e in
Giappone).
L’arte sentì fortemente
l’influsso delle civiltà indiana e cinese: predominante nelle arti visive fu il
modello indiano, mentre in letteratura, musica, danza e teatro India e Cina si
spartirono variamente il compito di creare nuove forme culturali.
Pagoda di Htilominlo a Bagan (precedentemente Pagan) nello Stato di
Myanmar (Birmania)
Giara di argilla con decorazioni rosse, da Ban Chiang (Thailandia), del
X secolo a.C., conservata al British Museum di Londra
In questo panorama – brevemente
descritto – bisognerebbe dedicare uno spazio a sé al Giappone, che sviluppò
(anche a causa di un certo suo isolamento) una civiltà per molti tratti
originale, legata com’è allo scintoismo, ossia alla religione autoctona
nipponica, in cui è profondissimo il rapporto tra l’uomo e la natura, vista sia
come forza distruttiva (tutta la storia del Giappone è stata segnata dai
terremoti), sia come forza rigenerante dello spirito.
Il Grande Buddha in bronzo di Kamakura (Giappone) risalente al 1252
d.C.; l’elaborata acconciatura, le orecchie dai lobi allungati, il rilievo tra
gli occhi sono diretta influenza indiana
Il sacrario di Ise (Giappone) il principale luogo di culto dello
shintoismo; viene ricostruito ogni venti anni per decisione dell’imperatore
Temmu (VII secolo d.C.) come atto di devozione nei confronti delle divinità che
presiedono al tempio
LE CIVILTÀ DELL’AMERICA
I popoli dell’America non avevano
alcun contatto con quelli del Medio Oriente o dell’Asia, perciò le loro civiltà
si svilupparono in piena autonomia. Del resto il territorio, la flora e la
fauna erano piuttosto diversi da quelle asiatici e questo fa sì che le civiltà
americane siano molto diverse da quelle fin qui viste.
Le prime città e i primi stati si
formarono in America meridionale e in America centrale (o Mesoamerica).
Nell’America meridionale sorsero
alcune civiltà sulle Ande e lungo le coste dell’oceano Pacifico tra il III e il
II millennio a.C., mentre tra il XIII e il IV secolo a.C. fiorì la civiltà di
Chavìn, che prende il nome dal santuario di Chavìn de Huantar e che influenzò
le successive civiltà del Perù (di cui parleremo, quando arriveremo alla
scoperta dell’America da parte di Colombo).
Il sito archeologico di Chavìn de Huantar
Nell’America centrale la prima
grande civiltà fu quella degli Olmechi (1.200-600 a.C.), che lasciò tracce
di sé in tutte le civiltà che si svilupparono in seguito in Mesoamerica, come è
testimoniato dalle ceramiche e dalle pitture, dalle incisioni e dalle sculture
monumentali.
Non sappiamo molto degli Olmechi,
perché le foreste hanno seppellito nel tempo le testimonianze della loro
civiltà, a parte alcuni resti dei loro centri religiosi, costituiti da grandi
santuari a forma di piramide e da colossali teste di pietra, abilmente
scolpite.
Piramide olmeca
Una delle colossali teste in pietra scolpite dagli Olmechi (900-400 a.C.)
trovate e
conservate nel Parco archeologico di La Venta
Le civiltà mesoamericane furono a
loro volta influenzate dalle civiltà dell’America meridionale, infatti sono
simili per molti aspetti, ad esempio nei prodotti coltivati, nelle credenze
religiose e in alcune manifestazioni artistiche.
Come nelle civiltà del Vicino Oriente, anche in quelle americane l’attività principale era quella agricola,
iniziata forse già verso il 7.000
a.C. con la coltivazione della zucca. Il prodotto
principale era però il granoturco (mais), accompagnato anche da fagioli,
patate, zucche e più tardi pomodori, cacao e altre piante.
Lavori agricoli in Mesoamerica (disegno ricostruttivo)
Invece l’allevamento fu sempre
poco praticato, data la scarsità di animali addomesticabili: comunque venivano
allevati il tacchino, il cane, le api e nell’America meridionale il lama e
l’alpaca.
Le civiltà americane non
conobbero alcune invenzioni e tecniche in uso invece in altre parti del mondo,
in particolare l’aratro e il carro; invece sapevano praticare la tessitura con
il telaio e la lavorazione della ceramica (dal 3.300 a.C.) e verso il V
secolo a.C. impararono a lavorare i metalli (oro, argento, rame e bronzo, ma
non il ferro), però molti strumenti continuarono ad essere prodotti
prevalentemente in pietra.
Solo in America centrale si
inventò un sistema di scrittura, probabilmente verso il III secolo a.C.
Glifi maya in stucco conservati al Museo del sitio di Palenque (Messico)
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