IL CRISTIANESIMO
L’affermarsi dell’Impero Romano
coincise con il diffondersi di alcuni culti religiosi originari del Vicino
Oriente, che misero in crisi la tradizionale religione politeista di Roma.
Il più importante tra i nuovi
culti fu il Cristianesimo, la religione fondata da Gesù, ebreo vissuto in
Palestina, allora sotto dominio romano.
Gesù, negli ultimi tre anni della
sua vita, aveva formato attorno a sé un gruppo di seguaci con i quali viveva in
povertà e predicava la rinuncia delle ricchezze e una vita basata sull’amore
per il prossimo e per Dio. La sua predicazione suscitò la diffidenza dei
sacerdoti ebraici e dei Romani e, poiché era vista come una minaccia per il
governo romano in Palestina, venne condannato a morte e giustiziato mediante
crocifissione (un’esecuzione capitale spesso usata dai Romani).
Formella della porta lignea della basilica di Santa Sabina a Roma, con
una delle prime scene
di crocifissione conosciute (prima metà del V secolo)
Già quand’era vivo Gesù aveva
fatto presa con la sua predicazione su molte persone; alla sua morte si
formarono sui suoi insegnamenti numerose comunità, che si definivano cristiane,
da Cristo, l’appellativo che era stato dato a Gesù e che significa “messia”, o
“l’unto”, cioè colui che è stato consacrato da Dio. Guidate dagli apostoli (i
12 discepoli principali di Gesù), queste comunità diffusero rapidamente il
messaggio cristiano, prima tra gli Ebrei, poi anche tra coloro che professavano
altre fedi, soprattutto in città come Antiochia, Damasco, Alessandria d’Egitto
e Roma.
Fregio paleocristiano del II secolo d.C. con il simbolo di Cristo e colombe
Il diffondersi del Cristianesimo
si spiega con il momento di crisi che stava attraversando l’Impero: guerre,
epidemie, carestie, durissime condizioni di vita avevano creato sofferenze che
la vecchia religione non riusciva più ad alleviare; il messaggio cristiano,
invece, offriva consolazione e speranza in un mondo più giusto. Inoltre,
all’interno delle comunità cristiane vi era un forte sentimento di solidarietà,
per cui si era tenuti ad aiutarsi tutti a vicenda, a qualunque classe sociale
si appartenesse; ciò però veniva assai criticato dai seguaci di altre
religioni, abituati a considerare naturali le differenze sempre esistite tra
ricchi e poveri, tra potenti e sudditi. Il messaggio cristiano aveva, insomma,
un significato “rivoluzionario” molto forte, che metteva in discussione anche
il modo di intendere i rapporti sociali. Se, oltre a questo, si tiene presente
che chi si convertiva al Cristianesimo rifiutava di partecipare ai riti della
religione tradizionale, si comprende come le comunità cristiane cominciassero
ad essere mal viste da molti, tanto che i tribunali iniziarono ad emettere
condanne a morte contro i Cristiani: condanne che venivano eseguite con
massacri di massa, o con disumani spettacoli durante i quali i fedeli venivano
fatti sbranare da animali feroci nei circhi.
Affresco con San Daniele nella fossa dei leoni, nelle catacombe di via
Anapo a Roma
(inizi del IV secolo)
Nel III secolo alcuni imperatori
promossero delle vere e proprie persecuzioni contro i Cristiani, ma il numero
dei fedeli, ciò nonostante, continuò ad aumentare, tanto che essi divennero una
forza considerevole all’interno dello stato.
Moneta d’argento con l’immagine dell’imperatore Diocleziano, l’ultimo
grande persecutore
di cristiani
Nel 311 l’imperatore Galerio con
un editto (editto di Serdica) mise fine alle persecuzioni e concesse la piena
libertà religiosa. Costantino (imperatore dal 311 al 337) confermò ed estese la
libertà religiosa concessa da Galerio e protesse i Cristiani: secondo la
tradizione fu l’editto emanato da Costantino nel 313 (editto di Milano) ad
assicurare la libertà religiosa, ma in realtà Costantino confermò semplicemente
l’editto del suo predecessore. Se la concessione della libertà religiosa viene
attribuita comunemente al secondo imperatore anziché al primo, dipende forse dal
fatto che Galerio morì appena sei giorno dopo l’editto di Serdica, oppure dal
fatto che prima del 311 anche Galerio aveva perseguitato i Cristiani.
Testa dell’imperatore Galerio
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Testa dell’imperatore Costantino
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I successori di Costantino
proseguirono la sua politica, finché alla fine del IV secolo l’imperatore
Teodosio promulgò una serie di editti (dal 380 al 391), con cui ordinò ai
popoli dell’Impero di seguire la religione cristiana, che divenne in tal modo la
religione ufficiale dello Stato. Il politeismo romano tradizionale venne
progressivamente abbandonato, anche perché i culti pagani non vennero più
finanziati dallo Stato, le proprietà dei templi vennero confiscate ed iniziò un
periodo di persecuzione contro coloro che non seguivano il Cristianesimo.
L’imperatore Teodosio in un’illustrazione tratta da un manoscritto del
IX secolo
Inizialmente ogni comunità
cristiana formava una chiesa, parola che significa “assemblea”, quindi
“adunanza di fedeli”. Queste adunanze di fedeli avvenivano dove era possibile,
di solito a casa di un fedele. Qui, tutti i membri della comunità, uomini e
donne, pregavano assieme, istruivano i nuovi adepti, facevano la comunione; non
tutti però potevano distribuire l’ostia sacra (la cialda di pane che
simboleggia l’ultima cena di Gesù), perché quest’atto liturgico era una
prerogativa del vescovo, cioè di quel fedele che rivestiva un’importanza
maggiore e veniva considerato come successore degli apostoli.
Così, se all’inizio all’interno
di una chiesa non vi era una precisa gerarchia, col tempo l’autorità dei
vescovi andò aumentando e, sulla base di quanto era stato affermato da Paolo di
Tarso (teologo del I secolo d.C. che morì vittima delle persecuzioni di Nerone
e divenne poi santo con il nome di San Paolo), le donne furono escluse dalla
predicazione.
Blocco scolpito con i profili dei SS. Pietro e Paolo (Museo
Paleocristiano di Aquileia)
La prima età del Cristianesimo fu
segnata da un aspetto interessante: non era raro che una comunità interpretasse
l’insegnamento di Cristo in maniera diversa da altre comunità. Ciò faceva
sorgere contrasti, anche violenti, tra le diverse comunità e per porre fine a
questa situazione dal II secolo si tennero riunioni di vescovi (dette concili),
nelle quali veniva stabilita la dottrina che tutti dovevano seguire.
Particolarmente importante fu il
Concilio di Nicea del 325, che stabilì alcuni princìpi della fede cristiana:
- il dogma della Trinità (Dio è
uno solo, ma si esprime nelle 3 forme del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo)
- l’incarnazione di Gesù
- la resurrezione di Gesù
- la resurrezione per tutti alla
fine dei tempi e la vita eterna.
Chi interpretava in modo diverso
la parola di Cristo veniva chiamato eretico e poiché, malgrado i vari concili,
le eresie furono per lungo tempo numerose, a partire dal IV secolo gli
imperatori intervennero più volte per combatterle.
Costantino e i vescovi del Concilio di Nicea
L’importanza del Cristianesimo
nella storia è enorme: basta pensare che l’anno di nascita di Gesù (il
cosiddetto anno 0) è diventato la base per la misurazione del tempo. Non tutti
sanno, però, che l’anno 0 non è mai esistito: dopo l’anno 1 a.C. c’è stato l’anno 1 d.C.
Questo significa che i secoli
incominciano tutti con il numero 1 come cifra per le unità e finiscono con 00
come cifre per decine e unità: come puoi vedere nella seguente tabella, che
vale sia per gli anni avanti Cristo, sia per quelli dopo Cristo:
I secolo
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1 – 100
|
II secolo
|
101 – 200
|
III secolo
|
201 – 300
|
IV secolo
|
301 – 400
|
V secolo
|
401 – 500
|
VI secolo
|
501 – 600
|
VII secolo
|
601 – 700.
|
VIII secolo
|
701 – 800
|
IX secolo
|
801 – 900
|
X secolo
|
901 – 1000
|
XI secolo
|
1001 – 1100
|
XII secolo
|
1101 – 1200
|
XIII secolo
|
1201 – 1300
|
XIV secolo
|
1301 – 1400
|
XV secolo
|
1401 – 1500
|
XVI secolo
|
1501 – 1600
|
XVII secolo
|
1601 – 1700
|
XVIII secolo
|
1701 – 1800
|
XIX secolo
|
1801 – 1900
|
XX secolo
|
1901 – 2000
|
XXI secolo
|
2001 – 2100
|
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