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venerdì 19 settembre 2014

18 Carlo Magno e i suoi successori



CARLO MAGNO E I SUOI SUCCESSORI

Tra i diversi regni romano-barbarici quello dei Franchi era il più potente; fin dal regno di Clodoveo (re dal 482 al 511) i Franchi avevano esteso i loro territori a danno dei Visigoti e di altri popoli germanici, quali gli Alemanni e i Burgundi.
Quando gli Arabi distrussero il regno dei Visigoti nella penisola Iberica e avanzarono nel territorio dell’attuale Francia, i Franchi li affrontarono più volte: Carlo, detto Martello, maestro di palazzo (era un’importante figura politica dei Franchi), guidò l’esercito del suo popolo contro gli Arabi, riportando una decisiva vittoria a Poitiers (732 o 733).

La battaglia di Poitiers in un dipinto degli anni Trenta del sec. XIX di Charles de Steuben

Un figlio di Carlo Martello, Pipino, riuscì a farsi incoronare re dei Franchi, fondando una nuova dinastia, che da Carlo Martello prese il nome di “carolingia”, che vuol dire “dei discendenti di Carlo”.
Nel 768 divenne re dei Franchi uno dei figli di Pipino, Carlo (chiamato poi Magno, cioè il Grande). Egli conquistò molte terre: in Italia sconfisse i Longobardi, che minacciavano l’occupazione dei territori del papa, divenendo re del Regno longobardo, cui cambiò il nome in Regno d’Italia. Nell’Europa centrale sconfisse alcune popolazioni, come i Sassoni, i Bavari e gli Avari: questi ultimi, sterminati, scomparvero come popolo.

Carlo Magno in un realistico ritratto di Albrecht Dürer del 1512

Con le sue conquiste Carlo Magno aveva creato un impero che, per la prima volta dopo la fine dell’Impero Romano d’Occidente, riuniva in un unico regno un vasto territorio dell’Europa occidentale. Questo Stato venne chiamato Sacro Romano Impero, Sacro in quanto cristiano, Romano poiché voleva essere l’erede dell’antico Impero Romano d’Occidente.
I papi appoggiarono i re franchi, che li avevano liberati dalla minaccia dei Longobardi: la nomina di imperatore del Sacro Romano Impero fu fatta a Carlo Magno dal papa Leone III, con una solenne cerimonia a Roma la notte di Natale dell’anno 800. Da parte sua Carlo Magno riconobbe l’autorità del papa su parte dell’Italia, anche se in realtà il pontefice controllava solo alcuni territori nella parte centro-settentrionale della penisola.

L’incoronazione di Carlo Magno in San Pietro
(miniatura dalle Grandes Chroniques de France di Jean Fouquet)

Il potere di Carlo Magno sul suo vasto impero non poteva che essere limitato, poiché all’epoca le capacità amministrative di un sovrano franco non erano elevate come quelle degli imperatori romani, passati o presenti. A limitare il potere di Carlo Magno erano soprattutto i nobili franchi, che costituivano il suo esercito; per garantirsi la loro fedeltà, l’imperatore assegnava ad essi delle terre, che rimanevano di loro proprietà fino alla morte. Queste terre erano distinte in contee (assegnate ai conti, cioè ai compagni – comites in latino – più fedeli) e marche (i territori di confine, assegnati ai marchesi). Conti e marchesi, comunque, non potevano sfuggire completamente al controllo dell’imperatore: infatti vi erano funzionari imperiali (detti missi dominici) che giravano per le contee, verificando che gli ordini dell’imperatore venissero eseguiti e ogni anno tutta la nobiltà del regno si riuniva in una grande assemblea (placito), sotto la direzione dell’imperatore.
Il regno di Carlo Magno (che durò dal 768 all’814) costituì per l’Europa occidentale un periodo di ripresa (cioè di miglioramento) economica e culturale, per cui si parla di “rinascita carolingia”.

Il monogramma di Carlo Magno che compare in tutti i più importanti documenti a lui relativi;
pur non sapendo scrivere, l’imperatore era in grado di fare la sua firma

La pace all’interno dell’Impero e alcune misure prese da Carlo Magno per sviluppare l’agricoltura permisero un aumento della produzione agricola e quindi un miglioramento delle condizioni di vita, poiché nell’Europa occidentale l’agricoltura era la base dell’economia.
Vennero inoltre coniate monete d’argento, chiamate denari (794), per favorire una ripresa del commercio, mentre la coniazione di monete d’oro scomparve completamente dall’Europa occidentale.
Carlo Magno incoraggiò la diffusione dell’istruzione tra i funzionari dell’Impero e intorno al sovrano si riunirono diversi studiosi. In questo periodo venne usato un nuovo tipo di scrittura, chiamato “minuscola carolina”, che si impose in Europa e alla quale si ispirarono poi i primi stampatori del Rinascimento.

Un esempio di scrittura minuscola carolina del Medioevo

Presso i Franchi esisteva una norma che prevedeva che l’eredità di un padre andasse divisa fra tutti i suoi figli maschi; infatti non esisteva ancora la norma del maggiorascato, introdotta più tardi, secondo la quale tutta l’eredità andava al figlio maggiore. Carlo Magno morì avendo un unico erede, Ludovico il Pio, il quale invece ebbe quattro figli. Così, alla morte di Ludovico, l’Impero venne diviso tra i tre figli rimasti in vita, i quali si accordarono nell’843 a Verdun in questo modo:
- a Lotario, il primogenito, andava una zona tra Francia e Germania, che si chiamò Lotaringia, e il Regno d’Italia: questi territori conservarono la denominazione di Sacro Romano Impero;
- a Ludovico, detto il Germanico, andò un territorio che prese il nome di Regno di Germania;
- a Carlo il Calvo una parte che divenne il Regno di Francia.


Nelle immagini di epoche diverse, da sinistra: Ludovico il Pio, Lotario, Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo

Questa divisione e le guerre che opposero i tre fratelli e poi i loro successori crearono un vuoto di potere, cioè una situazione di mancanza di un potere forte, in grado di tenere sotto controllo il territorio e di difenderlo.
Si rafforzò quindi il potere dei nobili: conti e marchesi sfuggirono spesso completamente al controllo dei re e ottennero un potere sempre maggiore sui territori che erano stati loro assegnati.
Oltre ai regni che si formarono in seguito alla divisione dell’Impero, altri regni nacquero in questo periodo in Europa: a nord i regni di Svezia, Norvegia e Danimarca, abitati da popolazioni vichinghe (vedi una prossima lezione); nelle isole britanniche il regno d’Inghilterra e il regno di Scozia; ai confini con i domini arabi nella penisola Iberica alcuni piccoli regni cristiani; nell’Europa orientale il regno di Bulgaria e quello di Polonia.

L’Europa alla fine del X secolo

I sovrani dei popoli pagani dell’Europa settentrionale e orientale spesso si convertirono al Cristianesimo, ottenendo il riconoscimento del loro titolo da parte del papa: così fecero Harold di Danimarca nel 960, Mieszko I di Polonia nel 966, Olof di Svezia nel 1008 e Géza di Ungheria, il cui successore, Stefano I, ottenne il titolo di re nell’anno 1000. La conversione dei re favorì la diffusione del Cristianesimo anche in queste regioni, fino ad allora ai margini dell’Europa cristiana.
Nel X secolo il duca Ottone di Sassonia divenne re di Germania e conquistò gran parte dell’Italia. Egli ottenne il titolo di imperatore del Sacro Romano Impero delle nazioni germaniche (962), perché l’Impero da lui ricostituito non comprendeva più il regno dei Franchi, ma soltanto l’area dalla Germania all’Italia. Esso viene comunemente chiamato Impero Germanico.
Per alcuni secoli da questo momento il regno d’Italia rimase unito al regno di Germania, sotto gli imperatori della casa di Sassonia prima (dal 962 al 1024), di Franconia poi (1024-1125).
Ottone I confermò le donazioni fatte al papa da Carlo Magno e dai suoi predecessori, ma il dominio papale in Italia centrale rimase sotto il controllo dell’imperatore, che interveniva anche nell’elezione del pontefice, in base a una legge del 962 chiamata Privilegium Othonis (= privilegio di Ottone).

Ottone I in una miniatura medievale

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