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domenica 6 luglio 2014

3 La Preistoria

LA PREISTORIA

Il lunghissimo periodo in cui si formò l'Universo, comparve la Terra ed essa fu popolata di specie diverse è durato miliardi di anni: un tempo quasi inimmaginabile per la mente umana.

La linea verde rappresenta la durata del tempo dal Big Bang (ipotizzato 16 miliardi di anni fa) 
ad oggi: la comparsa dei primi ominidi avviene nel punto in cui la linea diventa rossa
cioè sull'estrema destra

Ma anche i milioni di anni passati dalla comparsa degli ominidi e dei primi uomini fino ad oggi è un tempo lunghissimo.

L'ultimo mezzo miliardo di anni dell'universo: il tratto rosso è sempre minimo

Gli storici dicono che la Storia è cominciata quando l'uomo ha inventato e diffuso la scrittura, o almeno quando ha cominciato ad avere una propria cultura materiale, cioè quando ha iniziato a fabbricare oggetti di uso quotidiano, o a vivere in luoghi che non fossero semplici ripari naturali, o a seppellire i morti, o ancora a organizzarsi in gruppi sociali.
Non c'è una data per indicare questo momento, dato che è avvenuto in tempi e modi diversi nelle varie parti della Terra. Però per convenzione si dice che la Storia è incominciata circa 5.000/5.500 anni fa, ossia all'incirca verso il 3.500 a.C.
Tutto ciò che è avvenuto prima del periodo che chiamiamo storia, viene indicato come preistoria.

La durata della preistoria confrontata con la durata della storia: da 2 milioni di anni fa ad oggi

Considerando le cose solo in base alla presenza dell'uomo sulla Terra, possiamo dire che la preistoria ha inizio oltre 2 milioni di anni fa ed è durata perciò più di 2 milioni di anni. È un tempo lunghissimo, che si può descrivere solo in maniera generica e sintetica, sulla base di pochi reperti e di numerose ipotesi.
Comunque gli storici sono soliti dividere la preistoria in tre grandi momenti:
1- il Paleolitico (da circa 2 milioni di anni fa a 12.000 anni fa)
2- il Mesolitico (da 12.000 a 10.000 anni fa)
3- il Neolitico (da 10.000 anni fa a 5.000 anni fa).

La linea del tempo ti presenta la durata della preistoria nei suoi 3 momenti

IL PALEOLITICO

L'età paleolitica (che significa «della pietra antica») è quel lungo periodo della preistoria in cui l'uomo imparò a fabbricare strumenti di pietra, rompendo una pietra contro l'altra fino a ricavarne delle schegge.

Il disegno immagina un antenato dell'uomo intento a scheggiare una pietra

Due esempi di pietre scheggiate

Tali strumenti in pietra permisero progressivamente all'uomo di non dipendere più, per la propria alimentazione, dalla sola raccolta di vegetali, funghi o uova, ma di praticare anche la caccia, ossia di avere a disposizione come nutrimento anche carne animale, il che arricchì l'alimentazione di proteine e ciò favorì lo sviluppo del cervello. La caccia, inoltre, fornì all'uomo tutta una serie di prodotti:
    - pelli con cui costruire tende e vestiti e pellicce con cui tenersi caldi
    - zanne, corna e ossa per fabbricare armi, strumenti di uso quotidiano e ornamenti
    - tendini e crini di cavallo o di altro animale per cucire.
Ricostruzione di una scena di caccia nella savana africana

La caccia, inoltre, provocò una prima divisione dei compiti in base al sesso: gli uomini infatti andavano a caccia, le donne praticavano la raccolta dei vegetali.
Nell'ultima parte del Paleolitico la scoperta del fuoco (o meglio, la capacità di controllare il fuoco, ossia di accenderlo e di conservarlo) permise un notevole salto di qualità nella vita umana: il fuoco permise di illuminare le grotte e la notte, di riscaldarsi, di tenere lontani gli animali feroci e soprattutto di cuocere alcuni cibi.

Ricostruzione di un gruppo preistorico che usa già il fuoco

Gli uomini del Paleolitico vivevano in piccoli gruppi ed erano nomadi. Le loro abitazioni potevano essere grotte, o semplici ripari contro il vento, o capanne costruite in modo elementare, visto che il nomadismo costringeva gli uomini a continui spostamenti.

Ricostruzione di un insediamento di circa 15.000 anni fa (quindi verso la fine del Paleolitico)
in Russia. Le capanne sono costruite con ossa, zanne e pelli di mammut

Lentamente gli uomini del Paleolitico progredirono verso un modo di vivere in cui c'era posto anche per una certa spiritualità e per forme, pur primitive, di arte. Circa 100.000 anni fa cominciarono a seppellire i morti e a seguire pratiche, che fanno pensare che credessero alla continuazione della vita dopo la morte.

Una sepoltura di circa 15.000 anni fa ricostruita al Museo Nazionale di Preistoria
di Les Eyzies (Francia)

Nell'ultima parte del Paleolitico cominciarono a scolpire statuette, a praticare incisioni sulle rocce, sull'avorio e sull'osso, a dipingere sulle pareti delle caverne e, probabilmente, a praticare le prime forme musicali, percuotendo oggetti vari (sassi, tronchi, rami) o soffiando dentro strumenti cavi.


La cosiddetta “Venere di Brassempouy”, ritrovata a Landes, in Francia,
e risalente al Paleolitico superiore (23.000 a. C.);
è conservata al Musée des Antiquitées Nationales di Saint-Germain-en-Laye

La cosiddetta “Venere di Willendorf” è una statuina alta 11 centimetri; risale al 23.000 a. C.
ed è conservata al Naturhistorisches Museum di Vienna

Pittura rupestre nella grotta di Lascaux (Dordogna, Francia) risalente al 15.000-14.500 a. C.;
la presenza di una figura umana è estremamente rara nella pittura parietale paleolitica

Bisonte dalla grotta di Altamira (Spagna); le pitture di questo sito sono databili in un arco di tempo che va dal 21.000 al 13.000 a. C.


IL MESOLITICO


Il Mesolitico (l'età «della pietra di mezzo») vede comparire nuove forme di lavorazione della pietra, diverse da quelle del Paleolitico e anche da quelle del successivo Neolitico.
Inoltre in quest'epoca si registra un aumento delle temperature sulla Terra: i ghiacciai che ricoprivano molte regioni del Nord Europa, dell'America e dell'Asia si sciolgono e il livello del mare s'innalza, mentre vaste regioni nell'Africa settentrionale e nell'Asia occidentale, precedentemente aride, si coprono di vegetazione, che attira molti animali. L'abbondanza di vegetali commestibili e di animali da cacciare fa sì che gruppi di cacciatori-raccoglitori-pescatori abbandonino il nomadismo e si stabiliscano per lunghi periodi in queste zone. Fu proprio questo fatto che determinò il passaggio al Neolitico.

Ricostruzione di una scena di vita del Mesolitico

IL NEOLITICO

Il Neolitico (ossia l'età «della pietra nuova») vede gruppi di uomini fermarsi a lungo in un luogo ricco di vegetali e di animali; proprio la permanenza stabile permise a questi uomini di scoprire che alcuni vegetali (grano, orzo, piselli, lenticchie, fave) potevano essere coltivati. Ciò avvenne attorno all'8.000 a. C.

Disegno ricostruttivo di un villaggio neolitico; pur se un po' troppo idilliaca,
l'immagine riproduce molte delle novità introdotte da questo periodo nella vita umana

Nello stesso periodo cominciarono anche ad allevare alcuni animali, da cui ricavare cibo: pecore, capre, maiali.
Con l'agricoltura e l'allevamento – praticate in particolare nel Vicino Oriente e sempre più diffuse – la caccia e la raccolta, pur non scomparendo, diventano secondarie per l'alimentazione umana; solo la pesca continuò ad essere molto praticata.

Disegno ipotetico di pesca nel Neolitico

Nel corso del tempo le tecniche agricole e di allevamento vennero perfezionate:
    - si imparò a coltivare nuove piante (il riso e il miglio in Asia, il granoturco, i fagioli, le patate e i pomodori in America);
    - si inventarono strumenti quali la zappa e poi l'aratro, che permettevano di rivoltare il terreno;
    - si imparò a costruire canali per irrigare i campi e per drenarli (cioè per liberare il terreno dalla troppa acqua);
    - si riuscì ad addomesticare nuove specie animali, come i bovini e gli asini.
Un altro disegno ricostruttivo della vita nel Neolitico: vi si vedono diversi animali addomesticati

Tutto questo permise agli uomini di aumentare la produzione e di avere una maggiore sicurezza alimentare.
Inoltre questi progressi determinarono anche la necessità di perfezionare gli strumenti di lavoro; si arrivò così alla nascita vera e propria dell'artigianato, ossia di un'attività che prevedeva la realizzazione fatta a mano di strumenti utili alla vita quotidiana.
Innanzitutto nella produzione di strumenti in pietra si passò dalla pietra scheggiata (tipica del paleolitico) alla pietra levigata, che veniva strofinata su una pietra molto dura e diventava così più resistente ed efficace.

Utensili in pietra del Neolitico ritrovati in Svizzera

Poi si imparò a fabbricare recipienti (per conservare i cibi e per cuocerli) in ceramica, ossia un impasto di argilla e acqua: si ottennero vasi, piatti, bicchieri, pentole.
Si imparò anche a tessere e quindi a fabbricare stoffe, utilizzando fili di origine vegetale (lino, canapa, cotone) o animale (lana).

Donna al telaio; questa ricostruzione di vita neolitica si trova presso il sito archeologico
di Tumba Madzari (in Macedonia)

Lo sviluppo dell'artigianato favorì la nascita dello scambio di beni, allora una specie di commercio che avveniva solo in forma di baratto (senza l'uso di moneta).
Tutte queste trasformazioni avvenute nel modo di vivere spinsero gli uomini ad abbandonare quasi del tutto il nomadismo e a vivere stabilmente in villaggi: il lavoro dei campi non permetteva, infatti, di abbandonarli e di spostarsi in altri luoghi, a meno che il terreno non si impoverisse o una catastrofe naturale non obbligasse a un trasferimento.

Ricostruzione di villaggi neolitici; di tipo europeo in alto, di tipo medio-orientale in basso

Nel Vicino (o Medio) Oriente il Neolitico durò fino al 3.500 a. C., quando si imparò a fabbricare strumenti in bronzo e la vita sociale subì delle profonde modifiche.

Se vuoi ascoltare/vedere questa lezione, clicca sui video seguenti:
VIDEO 1:
 
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