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mercoledì 7 gennaio 2015

44 Scambi tra Europa, Africa e America



SCAMBI TRA EUROPA, AFRICA E AMERICA

La scoperta dell’America, come già sai, è stata scelta dagli storici come l’avvenimento che segna il passaggio dal Medioevo all’Età Moderna. Nei primi due secoli dell’Età Moderna il desiderio di ricchezza e la fuga da persecuzioni di vario tipo (per esempio religioso – se ne parlerà in una prossima lezione) spinsero gli europei a spostarsi sempre più negli altri continenti, sia quelli conosciuti da sempre, almeno in parte, come l’Africa e l’Asia, sia quello appena scoperto.
Assieme alle persone si spostarono le merci e il fenomeno – commerciale e sociale – fu molto esteso.


IL COMMERCIO TRIANGOLARE

La scoperta dell’America e la tratta dei neri dall’Africa diedero vita a un commercio interamente controllato dagli europei, che viene chiamato “commercio triangolare”, perché si svolgeva tra 3 continenti: Europa, Africa, America.
Mercanti europei portavano dall’Europa in Africa tessuti, ferramenta, armi da fuoco, acquavite e rhum, con i quali comperavano gli schiavi neri (detti anche “legno d’ebano”, a sottolineare il loro valore puramente mercantile). Essi poi portavano gli schiavi dall’Africa in America, dove li vendevano; con il denaro ricavato acquistavano prodotti americani, in particolare zucchero e caffè, da importare in Europa.


In questo modo le navi viaggiavano sempre cariche e ad ogni tappa il guadagno era assicurato: il valore delle merci che partivano dall’Europa verso l’Africa era inferiore a quello degli schiavi neri e dei prodotti importati dall’America, che erano molto richiesti sul mercato europeo. La scoperta dell’America e la tratta dei neri portarono perciò enormi ricchezze in Europa: oltre ai prodotti del commercio triangolare dall’America giungevano anche grandi quantità di oro e d’argento, nonché quei prodotti alimentari, di cui si è già parlato nella lezione LA CONQUISTA DELL’AMERICA.

Una nave commerciale del XVII secolo vista in sezione

SCAMBI DI PRODOTTI ALIMENTARI

I prodotti che arrivarono dal Nuovo Mondo modificarono notevolmente le abitudini culinarie degli europei (basti pensare alla pizza e alla pasta italiane e all’importanza per esse del pomodoro), ma, almeno inizialmente, erano di solito osteggiati.
Per esempio, quando i governi cercarono di diffondere la coltivazione della patata, molti contadini gettarono via le patate da seminare.

Robert Warthmüller, “Il re ovunque”: dipinto del 1886 raffigurante il kaiser Federico II di Prussia che ispeziona personalmente la campagna, affinché la patata venisse coltivata come richiesto 
da una sua ordinanza del 1756

Oppure si descriveva la cioccolata in questi termini:

L’uso principale del cacao è una bevanda chiamata cioccolata, che qui è apprezzata moltissimo ma che disgusta coloro che non vi sono abituati, poiché alla superficie si forma una schiuma e una sorta di ribollimento, il che la rende difficile da inghiottire. È una bevanda così desiderata, che gli Indiani e gli Spagnoli l’offrono ai loro amici che vengono o che passano.
Gli Spagnoli di qui vanno matti per questo nero cioccolato che viene preparato in modi diversi e che si beve a diverse temperature: caldo, freddo o tiepido con spezie e molto pepe; ne fanno così una pasta che dicono esser utile in caso di mal di stomaco o di infreddatura, ma, quale che sia il risultato, quelli che non sono stati allevati in questa credenza, la ricercano ben poco.
(da Storia naturale e morale delle Indie di padre José de Acosta)

Frontespizio di un’opera seicentesca di Philippe Sylvestre detto Dufour, intitolata “Trattati nuovi 
e curiosi su caffè, tè e cioccolato”: nell’immagine un arabo beve il caffè, un cinese beve il tè
 e un amerindo beve la cioccolata

Con il tempo però questi prodotti si diffusero, tanto che oggi patata, pomodoro e granoturco sono tra i prodotti più coltivati in Europa; alcune delle piante scoperte in America permisero un miglioramento dell’alimentazione dei contadini, anche se in alcuni luoghi e in alcuni momenti furono la premessa di nuovi problemi: per esempio l’uso eccessivo, a volte quasi esclusivo, di polenta (fatta con farina di mais) portò al diffondersi della pellagra, una malattia provocata dalla carenza di vitamina.

Pietro Longhi, La polenta (1740 circa).
Alla fine dell’Ottocento risulta che lungo
il Terraglio, la strada che collega Treviso a Mestre-Venezia, su 6.362 abitanti ci fossero 541 pellagrosi, cioè malati di pellagra, e che i morti a quell’epoca nel Veneto fossero oltre 10 mila. L'ospedale di Mogliano accoglieva malati da tutto il Veneto, per quella che era chiamata la malattia delle tre "d": dermatiti, diarrea, demenza.


I contatti con il Nuovo Mondo non ebbero invece grandi conseguenze per l’allevamento europeo, perché in America vi erano poche specie domestiche sconosciute in Europa e tra queste solo il tacchino ebbe una certa diffusione. Maggiori furono i cambiamenti per l’America, dove erano sconosciuti cavalli, bovini, pecore e capre, che vennero introdotti dagli europei e modificarono profondamente le abitudini dei nativi americani.

George Catlin, Caccia al bisonte (1844):
la possibilità di avere un cavallo rese più facile la caccia al bisonte per i nativi americani

SCAMBI DI MALATTIE

Oltre ai prodotti agricoli e agli animali, tra Europa e America viaggiarono anche le malattie. Si è già detto in una lezione precedente dello sterminio provocato dalle malattie infettive europee sulla popolazione amerinda; viceversa, dall’America al nostro continente non vennero molte malattie, probabilmente perché l’America era stata popolata da meno tempo e non vi erano molti animali domestici, perciò poche malattie animali si erano trasmesse agli uomini e pochi organismi patogeni (= portatori di malattie) si erano adattati a vivere nell’uomo. L’unica malattia che si pensa sia arrivata dall’America in Europa è la sifilide, che si trasmette soprattutto attraverso i rapporti sessuali. Come tutte le malattie nuove, per gli europei essa ebbe inizialmente una forma molto violenta, che provocò un’alta mortalità e richiese la creazione di un gran numero di ospedali, detti “degli Incurabili” perché si riteneva che i malati non potessero guarire.

“Le truppe francesi di Carlo VIII entrano a Napoli il 22 febbraio 1495”, illustrazione da un’opera della fine del ‘400 di Melchiorre Ferraiolo; poiché i primi casi di sifilide si registrarono proprio a Napoli dopo l’arrivo delle truppe di Carlo VIII, la sifilide veniva chiamata anche ‘mal francese’

Le navi negriere e i neri africani, invece,  introdussero in America due malattie africane, la febbre gialla e la malaria, oggi presenti in tutta l’America equatoriale.

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