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lunedì 14 luglio 2014

6 Popoli del Vicino Oriente



POPOLI  DEL  VICINO  ORIENTE

Sono numerosi i popoli che vissero nel Vicino Oriente e che hanno creato quella civiltà, che è alla base della storia europea, soprattutto, ma anche di quella mondiale, dato che gli Europei hanno poi diffuso la loro cultura un po’ in tutto il pianeta.


Vediamoli rapidamente.

GLI EGIZI

La civiltà degli Egizi si è sviluppata tra il IV e il I millennio a.C. nella striscia di terra che costeggia il fiume Nilo, in pieno deserto del Sahara.
È proprio il Nilo l’elemento che ha permesso agli Egizi di sviluppare la loro civiltà: infatti questo fiume ha reso possibile la coltivazione delle terre lungo le sue rive, perché offriva l’acqua necessaria all’agricoltura e perché ogni anno (a causa della stagione delle piogge che si ha nell’altopiano etiopico, dove il Nilo ha le sue sorgenti) straripava, depositando sulle sue sponde uno strato di terra fertile (il limo), particolarmente adatto alle coltivazioni.

    Il Nilo oggi

L’Egitto, diviso inizialmente in Alto Egitto (a sud) e Basso Egitto (a nord), si unificò in un solo Stato attorno al 3.000 a.C., per merito del re guerriero Narmer (chiamato anche Menes), che fondò la prima delle 30 dinastie che governarono il Paese (una dinastia è una serie di re discendenti da un unico capostipite e quindi tutti appartenenti alla stessa famiglia).

                    Lastra di pietra – istoriata nei due lati – raffigurante Narmer e le sue imprese

I re dell’Egitto prendevano il nome di faraone ed alcuni di essi sono molto famosi, o perché tutto il mondo conosce le piramidi che si fecero costruire come tombe (Zoser, Cheope, Chefren, Micerino), o perché su di loro sono nate leggende o sono stati scritti libri e diretti film (Amenofis e sua moglie Nefertiti, Tutankhamon, Ramesse II e sua moglie Nefertari).

   Le 3 piramidi più famose: da sinistra quella di Micerino, quella di Chefren e quella di Cheope

Maschera funeraria in oro massiccio di Tutankhamon

Per alcuni periodi l’Egitto conquistò anche la Palestina e la Nubia (la regione a sud dell’Egitto), poi, verso il 1.200 a.C., cominciò a decadere, a causa delle invasioni di nomadi indoeuropei, che cambiarono la storia in tutto il Medio Oriente.

I POPOLI DELLA MESOPOTAMIA

La Mesopotamia, la terra compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate, vide il fiorire di diversi popoli, che si fusero o si combatterono a lungo per il dominio della regione.

    L'Eufrate (a sinistra) e il Tigri oggi

Il primo a fondare una civiltà fu quello dei Sumeri, che trasformarono la Mesopotamia in una grande distesa di campagne irrigate, ricche di orti, pascoli, giardini e palmeti, e vi fondarono numerose città: Eridu, Lagash, Uruk, Higgur e Kish. Ogni città era indipendente dalle altre ed ogni città – e le terre che la circondavano – apparteneva al tempio, e cioè alla classe dei sacerdoti, che amministravano le ricchezze della città in nome del dio protettore della zona, mentre il re si occupava dei rapporti con le altre città e soprattutto delle guerre.

L’esercito dei Sumeri, così come è rappresentato nel celebre “stendardo di Ur”

Un altro popolo che visse in Mesopotamia fu quello degli Accadi, che, poiché parlava dialetti diversi, siamo soliti distinguere in Babilonesi e in Assiri. Anche gli Accadi fondarono diverse grandi città, tra cui Babilonia, la quale, attorno al 1.700 a.C. divenne il centro di un vero e proprio impero, sotto il re Hammurabi, il sovrano a cui si deve il Codice che porta il suo nome e che è una delle prime raccolte di leggi dell’umanità.

Babilonia, con i suoi giardini pensili, in una ricostruzione di fantasia

Verso la fine del II millennio a.C. l’impero babilonese crollò per mano degli Assiri, i quali, dopo aver vissuto a lungo nelle montagne nel nord della Mesopotamia, invasero e conquistarono con la forza del proprio esercito prima le terre tra Tigri ed Eufrate, poi la Palestina, la Siria, la Fenicia e nel 670 a.C. anche l’Egitto.

Il re assiro Asurbanipal affronta un leone (rilievo del palazzo di Ninive)

GLI ITTITI

Gli Ittiti erano un gruppo di popoli nomadi, provenienti dalle steppe della Russia meridionale, che come altri (gli Arii, gli Achei, gli Ioni) vengono chiamati indoeuropei, perché al termine delle loro migrazioni si trovarono diffusi in un’area estesa dall’India all’Europa. Le loro migrazioni avvennero in due momenti principali: uno attorno al 2.000, l’altro verso il 1.200 a.C.
Gli Ittiti si fermarono nella penisola anatolica, dove fondarono la loro capitale, Hattusa. Dalla loro parte avevano una superiorità tecnico-militare (sapevano lavorare il ferro in modo da renderlo più resistente e avevano ideato un carro da guerra con ruote a raggi trainato da cavalli), che permise loro di fondare un vasto impero, che resistette fin verso il 1.200 a.C., quando anche loro furono travolti dalle nuove invasioni di indoeuropei.

La Porta dei leoni a Hattusa

Carro ittita

GLI EBREI

Gli Ebrei erano inizialmente un popolo nomade originario della Mesopotamia, che, verso il 2.000 a.C., sotto la guida del patriarca Abramo, si spostò in cerca di terre verso ovest, arrivando in Palestina, dove cominciò a dedicarsi all’agricoltura. Costretti dall’invasione della loro terra da parte di altri popoli a lasciare la Palestina, gli Ebrei emigrarono in Egitto e vi rimasero per circa 5 secoli, dapprima godendo di un certo benessere, poi diventando un popolo schiavo degli Egizi. Verso il 1.250, guidati da Mosè, fuggirono dall’Egitto e, dopo decenni passati nel deserto del Sinai, ritornarono in Palestina (la “terra promessa” dei loro racconti), dove dovettero scontrarsi con altri popoli.

Il famoso episodio dell'attraversamento del Mar Rosso, in un dipinto di Nicolas Poussin del 1634

Verso il 1.000 fondarono lo Stato di Israele, ma nel VI secolo a.C. furono sottomessi e deportati in Mesopotamia dai Babilonesi, dove, per conservare la loro unità di popolo, trascrissero le loro tradizioni orali fino a farne il libro fondamentale della loro religione, ossia la Bibbia.

Rotolo manoscritto del I secolo a.C. ritrovato in una grotta vicino al Mar Morto

L’importanza degli Ebrei nella storia è infatti legata soprattutto alla religione: essi, inizialmente politeisti come tutti i popoli dell’antichità, svilupparono una religione monoteista (l’Ebraismo) da cui derivano le due religioni oggi più diffuse al mondo, il Cristianesimo e l’Islamismo.

I FENICI

Pur non essendo molto numerosi, i Fenici hanno lasciato importanti tracce nella storia antica. Vivevano lungo le coste della Siria, una regione povera di terre fertili e questo li spinse a dedicarsi soprattutto al commercio, navigando lungo le coste del Mediterraneo e spingendosi fino all’Oceano Atlantico.

Nave fenicia

I prodotti che commerciavano maggiormente erano gli oggetti tipici del loro artigianato, sviluppato e apprezzato: vasellame in bronzo, argento e oro, gioielli, legno e avorio intagliati, contenitori in pasta vitrea e la porpora, un colorante che estraevano da alcuni molluschi e che era molto ricercato per tingere di rosso i tessuti.

 
Sopra, un vaso unguentario in pasta vitrea;
a destra un vaso in bronzo
 

Lungo le rotte più frequentate i Fenici fondarono numerose basi commerciali, tra cui Cartagine (destinata a diventare una grande potenza nel Mediterraneo), Palermo, Cagliari, Leptis Magna, Cadice e Lisbona.

Rovine di Cartagine

Furono i Fenici a diffondere nel Mediterraneo la scrittura alfabetica: dalla scrittura fenicia derivò quella greca, che a sua volta è alla base di quella latina e quindi di quelle usate in tutta l’Europa.

I PERSIANI

Sull’altopiano iranico, desertico e stepposo, vissero i Persiani, i quali, sotto la guida del re Ciro il Grande (e poi di Cambise e Dario), a partire dal 555 a.C. costruirono un immenso impero, comprendente le terre che andavano dall’Egitto all’India.
I Persiani furono degli eccellenti amministratori e seppero guadagnarsi la simpatia dei popoli vinti, poiché non si comportavano crudelmente come gli Assiri e i Babilonesi. Divisero il loro impero in province (dette satrapie), che godevano di una certa autonomia, sebbene dovessero pagare annualmente un tributo al re, composto da cavalli, bestiame, schiavi, tessuti e oro coniato in monete con l’immagine del re: si deve proprio ai Persiani la diffusione delle monete nel mondo antico.

Corteo dei popoli tributari del re di Persia

Moneta persiana

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