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sabato 26 luglio 2014

7 Civiltà dell'Asia orientale e dell'America


CIVILTÀ DELL’ASIA ORIENTALE E DELL’AMERICA

Il diffondersi delle invenzioni provenienti dal Vicino Oriente fece sorgere alcune antiche civiltà in Asia orientale, in particolare in India e in Cina.
Ma, in maniera del tutto autonoma, altre civiltà sorsero anche in America.
Vediamo brevemente quali sono le principali di queste civiltà e alcune loro caratteristiche.

L’INDIA

La prima civiltà urbana che si sviluppò in India fu quella che fiorì nel III-II millennio a.C. lungo la valle del fiume Indo.

Il Fiume Indo in Pakistan

Piattaforme circolari ad Harappa (Pakistan) risalenti a un periodo compreso tra il 2600 e il 1900 a.C.: sono state interpretate dall’archeologo Sir Mortimer Wheeler come basi per macinare i cereali

Sigillo a stampo con iscrizione e raffigurazione di un rinoceronte (2600-1900 a.C.), 
da Mohenjo-Daro (Pakistan), conservata al Museo Nazionale di Karachi

Questa civiltà poi scomparve e verso il 1.600 a.C. nella regione si stabilirono gli Arii, un popolo di pastori proveniente dall’arido altopiano iranico, che conquistò la regione e sottomise le popolazioni originarie dell’India, dedite già da secoli all’agricoltura. Dalla mescolanza tra gli Arii e le popolazioni conquistate, nacque la civiltà indiana. Va ricordato che, quando parliamo di civiltà indiana, non dobbiamo pensare solo all’India come la conosciamo oggi, ma a tutto il subcontinente indiano, cioè anche agli attuali Pakistan, Bangla Desh, Afghanistan, Nepal e Sri Lanka.
Gli Arii fondarono alcuni Stati, in particolare nella valle del fiume Gange, i quali però non si fusero in un unico stato, per cui il territorio (che è molto esteso) rimase a lungo diviso in tanti regni. Solo tra il IV e il III secolo a.C. la dinastia dei re Maurya riuscì ad unire gran parte dell’India in un unico Stato, però esso già nel II secolo a.C. si divise e l’India ritornò ad essere un insieme di regni.

Resti della sala a pilastri di Pataliputra (India), che fu il cuore dell’impero Maurya; 
fu probabilmente il palazzo degli imperatori Maurya e le 84 colonne di pietra polita che lo formavano erano fondate su piattaforme lignee e reggevano una copertura anch’essa in legno

La civiltà indiana ebbe, tra le tante, due caratteristiche importanti, che hanno segnato per secoli la vita sociale nella regione.
Innanzitutto qui si sono sviluppate due religioni, che ancora oggi sono molto diffuse nel mondo: l’Induismo e il Buddismo. Entrambe queste due religioni credono nella reincarnazione.
In secondo luogo nella società indiana si sviluppò una rigida divisione in caste, che è sopravvissuta fino al XX secolo e che – anche se non legalmente – è ancor oggi presente, almeno in alcuni stati dell’India. Questa divisione in caste parte dal presupposto che, in base alla propria nascita, ogni individuo entrava a far parte di una casta, cioè di un gruppo che occupava una certa posizione nella società e che aveva degli obblighi ben precisi. Ognuno aveva tutti gli obblighi della propria casta, non poteva cambiarla e di solito doveva sposarsi al suo interno.
L’origine di questo modo di intendere la società va ricercata nella religione degli Arii (ossia l’Induismo), i quali credevano in un dio, Brahma, assistito da una moltitudine di dei minori. Brahma stesso imponeva la divisione in caste della società: al vertice stavano i brahmani (o bramini), cioè i purissimi discendenti degli Arii che avevano conquistato l’India, in basso i sudra, cioè i contadini discendenti dalle popolazioni autoctone conquistate dagli Arii. In seguito i brahmani divennero i sacerdoti dell’Induismo e tra loro e i sudra si inserirono due nuove caste: quella dei governanti e dei guerrieri e quella di mercanti, medici e uomini di legge.
Oltre alle quattro caste, c’era un quinto gruppo, i «senza casta» o paria (cioè gli intoccabili), formato da una massa di persone ritenute subumane, trattate di conseguenza.

Paria dell’epoca moderna

La civiltà indiana ci ha lasciato numerose opere d’arte: in letteratura i Veda, un insieme di più di mille inni religiosi, scritti in sanscrito (la lingua di origine indoeuropea degli Arii) tra il 1.500 e il 1.000 a.C.; nella scultura e nell’architettura uno sterminato patrimonio di edifici sacri e sculture, tutti legati alla religione (sia quella induista sia quella buddista), particolarmente importante per i popoli che vissero in India.

Manoscritto con alcuni versi dei Veda


Ingresso nord della Grande Stupa (III-I secolo a.C.) di Sanci (India, stato di Madhya Pradesh). 
Uno stupa è un monumento che conserva reliquie del Buddha


Placca di terracotta (II-I secolo a.C.) raffigurante una divinità femminile, dall’area di Chandraketugarh (India, stato del Bengala Occidentale)

LA CINA

La civiltà cinese si sviluppò nella valle dello Huang He (Fiume Giallo) durante il II millennio a.C., sotto la dinastia Shang.

Il Fiume Giallo

Intorno al 1.100 a.C. i re Shang furono sostituiti dai guerrieri del popolo Zhou (o Chou), che organizzarono il territorio con un sistema che si può paragonare al feudalesimo, che sarà tipico dell’Europa nell’Alto Medioevo: il re divideva le terre tra i suoi guerrieri, i quali erano completamente autonomi nei loro possedimenti, avevano un esercito proprio e dominavano i contadini, legati alla terra per tutta la vita. Verso il sovrano i guerrieri avevano alcuni obblighi: la fedeltà, un tributo annuale, la fornitura di armi e uomini in caso di necessità.

Recipiente in bronzo del tipo hu, con iscrizione che lo data al periodo di regno del re Xiao dei Zhou Occidentali (IX secolo a.C.), conservato al Museo Provinciale dello Shaanxi di Xi’an

Nel III secolo a.C. (la data storicamente riconosciuta è il 221 a.C.) nei vasti territori della Cina si formò un grande impero, il cui primo imperatore fu Qin (si dice “Cin”) Shi Huangdi: da lui deriva il nome della Cina.

L’imperatore Qin Shi Huangdi in un ritratto ideale fatto verso il 1900 circa

Poiché i territori della Cina erano costantemente minacciati dai popoli che vivevano nelle steppe dell’Asia centrale, già con l’imperatore Qin si provvide a costruire molte fortificazioni, riunite poi da murature fino a diventare la Grande Muraglia, la più estesa opera mai realizzata dall’uomo.

Un tratto della Grande Muraglia cinese

Statua di ufficiale della dinastia Qin (III secolo a.C.) custodita al Museo delle statue in terracotta del mausoleo del Primo Imperatore a Lintong, Xi’an

La civiltà cinese si caratterizza per una lunga serie di invenzioni, che poi vennero diffuse nell’Asia occidentale e in Europa, ma spesso dopo molti secoli:
-         l’altoforno, in grado di produrre la ghisa
-         la carriola
-         la carta
-         i caratteri mobili per la stampa
-         il timone di poppa
-         la polvere da sparo
-         la bussola
-         le chiuse per i canali
Un’altra caratteristica della civiltà cinese è l’invenzione di una scrittura, formata da 2.000 segni ideografici, usati inizialmente per scrivere oracoli e scongiuri, su materiali per noi insoliti, come gusci di tartaruga e ossa di animali.

Piastra pettorale di tartaruga con iscrizioni oracolari della dinastia Shang (XIII-XI secolo a.C.), conservata al Museo della Storia Cinese di Pechino

Per ciò che concerne la sfera religiosa, la Cina conobbe la diffusione del pensiero di Confucio (da cui deriva il confucianesimo) e di Lao Tze (da cui deriva il taoismo); sia il confucianesimo sia il taoismo consistono in una serie di insegnamenti più di carattere morale e filosofico che religioso; si può dire che nell’impero cinese l’unica forma di religione vera e propria consisteva nel culto dei morti.

Acquarello del XVIII secolo raffigurante Lao Tse sul suo bufalo seguito da un discepolo
(Parigi, Bibliothèque Nationale)

ALTRE CIVILTÀ DELL’ASIA ORIENTALE

Il grande sviluppo della civiltà indiana e di quella cinese favorì la nascita di altre civiltà urbane e la formazione di Stati in tutta l’Asia orientale: gli spostamenti di popolazioni (non impediti dalla presenza di aree montuose anche elevate, ma non impraticabili) e i contatti commerciali (favoriti da mari navigabili) contribuirono infatti al formarsi di civiltà in Giappone, in Corea, in Tibet, in Indocina e nelle isole della Sonda (Indonesia).
Le religioni che si diffusero in queste regioni furono il Buddismo e l’Induismo, ossia le religioni nate con la civiltà indiana.
Le scritture erano tutte di origine indiana (In Indocina e nelle isole della Sonda) o cinese (in Corea e in Giappone).
L’arte sentì fortemente l’influsso delle civiltà indiana e cinese: predominante nelle arti visive fu il modello indiano, mentre in letteratura, musica, danza e teatro India e Cina si spartirono variamente il compito di creare nuove forme culturali.

Pagoda di Htilominlo a Bagan (precedentemente Pagan) nello Stato di Myanmar (Birmania)

Giara di argilla con decorazioni rosse, da Ban Chiang (Thailandia), del X secolo a.C., conservata al British Museum di Londra

In questo panorama – brevemente descritto – bisognerebbe dedicare uno spazio a sé al Giappone, che sviluppò (anche a causa di un certo suo isolamento) una civiltà per molti tratti originale, legata com’è allo scintoismo, ossia alla religione autoctona nipponica, in cui è profondissimo il rapporto tra l’uomo e la natura, vista sia come forza distruttiva (tutta la storia del Giappone è stata segnata dai terremoti), sia come forza rigenerante dello spirito.

Il Grande Buddha in bronzo di Kamakura (Giappone) risalente al 1252 d.C.; l’elaborata acconciatura, le orecchie dai lobi allungati, il rilievo tra gli occhi sono diretta influenza indiana

Il sacrario di Ise (Giappone) il principale luogo di culto dello shintoismo; viene ricostruito ogni venti anni per decisione dell’imperatore Temmu (VII secolo d.C.) come atto di devozione nei confronti delle divinità che presiedono al tempio


LE CIVILTÀ DELL’AMERICA

I popoli dell’America non avevano alcun contatto con quelli del Medio Oriente o dell’Asia, perciò le loro civiltà si svilupparono in piena autonomia. Del resto il territorio, la flora e la fauna erano piuttosto diversi da quelle asiatici e questo fa sì che le civiltà americane siano molto diverse da quelle fin qui viste.
Le prime città e i primi stati si formarono in America meridionale e in America centrale (o Mesoamerica).


Nell’America meridionale sorsero alcune civiltà sulle Ande e lungo le coste dell’oceano Pacifico tra il III e il II millennio a.C., mentre tra il XIII e il IV secolo a.C. fiorì la civiltà di Chavìn, che prende il nome dal santuario di Chavìn de Huantar e che influenzò le successive civiltà del Perù (di cui parleremo, quando arriveremo alla scoperta dell’America da parte di Colombo).

Il sito archeologico di Chavìn de Huantar

Nell’America centrale la prima grande civiltà fu quella degli Olmechi (1.200-600 a.C.), che lasciò tracce di sé in tutte le civiltà che si svilupparono in seguito in Mesoamerica, come è testimoniato dalle ceramiche e dalle pitture, dalle incisioni e dalle sculture monumentali.
Non sappiamo molto degli Olmechi, perché le foreste hanno seppellito nel tempo le testimonianze della loro civiltà, a parte alcuni resti dei loro centri religiosi, costituiti da grandi santuari a forma di piramide e da colossali teste di pietra, abilmente scolpite.

Piramide olmeca

Una delle colossali teste in pietra scolpite dagli Olmechi (900-400 a.C.) 
trovate e conservate nel Parco archeologico di La Venta

Le civiltà mesoamericane furono a loro volta influenzate dalle civiltà dell’America meridionale, infatti sono simili per molti aspetti, ad esempio nei prodotti coltivati, nelle credenze religiose e in alcune manifestazioni artistiche.
Come nelle civiltà del Vicino Oriente, anche in quelle americane l’attività principale era quella agricola, iniziata forse già verso il 7.000 a.C. con la coltivazione della zucca. Il prodotto principale era però il granoturco (mais), accompagnato anche da fagioli, patate, zucche e più tardi pomodori, cacao e altre piante.

Lavori agricoli in Mesoamerica (disegno ricostruttivo)

Invece l’allevamento fu sempre poco praticato, data la scarsità di animali addomesticabili: comunque venivano allevati il tacchino, il cane, le api e nell’America meridionale il lama e l’alpaca.
Le civiltà americane non conobbero alcune invenzioni e tecniche in uso invece in altre parti del mondo, in particolare l’aratro e il carro; invece sapevano praticare la tessitura con il telaio e la lavorazione della ceramica (dal 3.300 a.C.) e verso il V secolo a.C. impararono a lavorare i metalli (oro, argento, rame e bronzo, ma non il ferro), però molti strumenti continuarono ad essere prodotti prevalentemente in pietra.
Solo in America centrale si inventò un sistema di scrittura, probabilmente verso il III secolo a.C.

Glifi maya in stucco conservati al Museo del sitio di Palenque (Messico)



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